Adriano Di Saverio: 'Pfas, ci sono dati che destano preoccupazione'
ALESSANDRIA - Il disastro ambientale ha due volti. Quello turbato dei Comitati territoriali e, ad esempio, del presidente della Commissione…
ALESSANDRIA – A tre anni dalla prima riunione, questa mattina, venerdì 11 aprile, dalle 9.30, presso la sede della Provincia di Alessandria si sta svolgendo la seconda riunione della Conferenza dei Servizi per il rinnovo dell’Autorizzazione Ambientale Integrata dello stabilimento Syensqo di Spinetta Marengo. Saranno presenti l’azienda e gli Enti pubblici (Arpa, ASL Provincia, e Comune). Il primo incontro è datato 27 gennaio 2022.
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Il Comitato Vivere in Fraschetta sottolinea come le Associazioni siano ammesse ma solo in qualità di uditori, da remoto e due ore dopo l’avvio della Conferenza.
“Fatte queste premesse – si legge in un comunicato dell’associazione – l’AIA è un provvedimento fondamentale che contempla tutti gli aspetti ambientali dell’attività e l’auspicio è che con questo riesame si riesca a ridurre al minimo e tenere sotto controllo le emissioni in aria, nelle acque sotterranee, nelle acque superficiali e nei suoli”.
“I dati dei monitoraggi presentati recentemente da ARPA – precisano – relativi al 2024 indicano che la situazione non è sotto controllo”.
Lo testimonia, ritiene il Comitato territoriale, il fatto che le analisi condotte dall’Agenzia sull’aria ambiente riscontrano concentrazioni significative di PFAS ed in particolare di cC6O4 non solo ad Alessandria, ma anche a Montecastello.
“Si richiede agli Enti di fissare per cC6O4, ADV e altri PFAS prodotti da Solvay (oggi all’interno del polo chimico opera Syensqo, ndr) limiti di emissione ai camini in atmosfera sia in termini di concentrazione, che di flusso di massa per unità di tempo, pari o molto vicini allo zero tecnico. Si chiede altresì ad ARPA – insiste Vivere in Fraschetta – di provvedere mediante campionamenti ai camini in contradditorio a validare i dati prodotti da Solvay”.
Tra le richieste, “relativamente alla bonifica, sia interna che esterna allo stabilimento, si chiede agli Enti di fissare sulla base dell’esperienza veneta e di quanto fatto da altri Paesi, limiti sul suolo e sulle acque sotterranee per poter avviare il procedimento di bonifica; è anche ora che Governo e Parlamento si sveglino e finalmente legiferino in materia, per salvaguardare, dopo decenni, la salute della popolazione e l’ambiente, secondo i principi della nostra Costituzione”.