Alessandria Calcio, Zaza: “Non mi sento a termine”
Il nuovo allenatore: "Sono un aziendalista, ho trovato una squadra anche mentalmente pronta". Firmato Crivellaro, ma non ancora convocabile
"Siamo troppo professionali, dobbiamo essere più brutti, cattivi e veri"
ALESSANDRIA – “Sono un aziendalista e non mi sento un allenatore a tempo“. Vitantonio Zaza, nuovo tecnico dell’Alessandria, confessa la richiesta del club. “La proprietà (Benedetto, ndr) mi ha detto che se faccio bene rimango. Per me non conta se saranno una, dieci e tutte le giornate del campionato: sono all’Alessandria e per questa società faccio tutto ciò che mi viene chiesto”.
Però un primo termine di valutazione c’è. “Mi è stato chiesto di concentrarmi sulle prossime due gare, poi faremo tutti i ragionamenti del caso”. Anche perché, cinque giorni dopo il Lumezzane, ci sarà la gara interna con la Pro Sesto e, quindi, pare di capire che non si voglia cambiare con poco tempo, anche se in casa grigia ogni convinzione può essere smentita nel breve volgere di poche ore
Confessa, Zaza, torinese, giocatore fino a 40 anni e poi allenatore (sette anni nel settore giovanile del Toro, con Massimo Bava, Albese con i ‘grandi’, poi ancora Under, a Vercelli e all’Alessandria), “che una occasione così, per chi ama il calcio come me, e ama allenare, doveva essere colta. Mi sono trovato con un team importante a disposizione e voglio fare bene”.
Cambia il modulo
Ha trovato una squadra “in salute e di questo ringrazio Fiorin per il lavoro svolto. E lo staff, che è rimasto con me. Molto professionale e molto professionista. Per quanto riguarda i ragazzi, in queste due sedute che ho diretto non volevano neppure uscire dal campo, tanta la voglia di lavorare. C’è una rosa tecnicamente pronta per la C e anche mentalmente ho visto tutti motivati”.
Zaza non si sente neppure un tecnico solo per i giovani (all’Alessandria aveva l’Under 15), “all’Albese 19 punti in 10 gare, dalla zona retrocessione alla salvezza. E poi questo è un gruppo con una età media non alta. Sono abituato a stare con i più grandi, guido i quasi 800 allenatori di Torino”.
A presentare Zaza, venerdì, ai giocatori è stato Enea Benedetto. “Poche parole alla squadra, solo per annunciare la mia presenza in panchina”. Oggi, invece, assente e sostituito dal team manager Vercellotti. “Il presidente è impegnato in incontri, il ds al momento non c’è. Vi chiedo di parlare solo di calcio, anche perché noi non potremmo aggiungere notizie sulla situazione societaria, che non è di nostra competenza”.
Però, Vercellotti, si lascia andare a una valutazione sull’atteggiamento dei giocatori. “Non ho mai vista tanta intensità come nelle due sedute con Zaza“. Per rispetto di Fiorin – “lo ringrazio per come abbiamlo lavorato insieme in questi due mesi” – è una valutazione che poteva evitarsi. Perché passa il messaggio che con l’ex tecnico qualcuno si risparmiava.
In ogni caso, come ribadisce Zaza, “è il campo che ci dà le uniche risposte che contano. Non stravolgerò la squadra, ma il modulo cambierà. Dal 4-3-3 di Fiorin al 4-4-2, perché il Lumezzane ha tre attaccanti molto forti e noi dobbiamo coprire meglio gli spazi e il campo, per non far arrivare palloni giocabili”.
Quattro out, firma Crivellaro
Qualche problema di uomini c’è, soprattutto in attacco: ancora out Pagliuca (potrebbe rientrare da lunedì), non utilizzabile Manneh, è fuori causa anche Volpe, per un risentimento all’addome. In avanti, con il 4-4-2 annunciato, la coppia di 2004 Gazoul – Anatriello.
In dubbio Ercolani, uscito per crampi ad Arzignano: ha svolto solo parte del lavoro, sarà disponibile, ma potrebbe partire dalla panchina.
Non farà ancora parte dei convocati Crivellaro che, però, così spiega il team manager, “avrebbe già firmato”.Anche se non esistono, al momento, annunci ufficiali. L’esterno destro è uno dei giocatori segnalati dal market maker Michel Stojkovic, lasciato però a casa, a ferragosto, dopo una decina di giorni di prova. Per Castellano, invece, la firma ancora non c’è, ma sarebbe imminente.
“La cornice non cambia, ma ci potrà essere spazio per qualche ragazzo che ho visto pronto”.
Come sarà l’Alessandria? “Forse siamo troppo professionali. Invece dobbiamo essere più brutti, più cattivi e più veri. Con il sangue agli occhi”.