Grigi, Benedetto: “Pedretti ha danneggiato il club”
Scontro su cifre e contratti. "L'assemblea dei soci può deliberare la sua espulsione"
ALESSANDRIA – Ormai è guerra aperta tra Enea Benedetto e Alain Pedretti.
Dopo la conferenza dell’ormai ex socio francese, questa mattina, sul piazzale della Michelin, arriva la risposta del “presidente e amministratore unico” (nuova carica) che i tifosi, una cinquantina, anche più, alla Michelin avrebbe sperato di trovare al campo e con i quali c’è stato uno scambio duro al telefono.
Dimostrando, il popolo grigio, di conoscere bene la situazione e certe ‘operazioni’ fatte.
“Le dichiarazioni di Alain Pedretti sono a titolo personale e non a nome della società e, per questo, si assumerà le responsabilità per aver diffuso notizie inveritiere (linguaggio da studio legale,che ha elaborato il testo ndr) al mero scopo di getteare discredito sulla mia persona e sull’Alessandria e sulla sua immagine in ambito calcistico professionale (caso mai profesionistico, se la lingua non è una opinione, ndr).
Secondo Benedetto Pedretti avrebbe rilasciato le dichiarazioni sulle somme versate e i contratti saltati “per tentare di giustificare, in modo subdolo e capzioso, la propria indisponibilità a far fronte agli impegni economici promessi, perseguendo fini personali e non societari”.
Chi ha fatto la fideiussione?
Primo argomento: la fideiussione. Pedretti sostiene, mostrando anche un bonifico, di aver versato 250mila euro (oltre ai 50mila precedenti) in poche ore per risolvere la mancanza di garanzia richiesta della Lega Pro, “perché la precedente fideiussione, appoggiata sul conto dell’Alessandria in Figc, non era valida”.
I fatti, secondo Benedetto, sono andati diversamente. “La contabile bancaria esibita con chiaro intenso diffamatorio è relativa al corrispettivo della cessione di una quota societaria di una società francese di mia proprietà in favore di Pedretti, che nulla ha a che fare con vicende della società calcistica e di ciò esiste comprovata documentazione”.
E allra di chi è la garanzia?
“Senza l’impegno del presidente Benedetto (i tifosi, però, gli hanno chiesto di non definirsi tale, ndr), che ha impiegato sue risorse personali, materiali e immateriali (caso mai mobili e immobili, ndr), mettendo a disposizione proprie credenziali personali, avvalendosi del proprio legale, e senza l’apporto costante degli uomini della dirigenza, in testa Luca Borio, non sarebbe stato possibile il rilascio delle fideiussione”.
Con una puntualizzazione, “Pedretti, più volte sollecitato a una collaborazione fattiva, come stabilito da accordi, verbali e non (simili accordi dovrebbero essere scritti, ndr), nemmeno si è degnato di presenziare ai colloqui con il direttore della banca” (la filiale di Carrù della Banca Alpi Marittime?)
Il ‘giallo’ dei contratti
Altra questione spinosa: gli ingaggi dello staff.
“Pedretti sostiene che ho comunicato l’ammontare solo al sindaco con un messaggio vocale. In realtà corrispondono al vero, documentate dalle proposte ai singoli componenti nei contratti (mai firmati, né depositati, ndr), sottoscritti da Pedretti sotto la dicitaura “il presidente”. Questo è reato di usurpazione di funzione, che non gli competeva secondo le norme statutarie”.
Benedetto avrebbe chiesto a Pedretti di versare “a copertura di questo impegno impropriamente assunto, per l’ammontare di circa 450mila euro annui (ai tifosi Benedetto oggi ha parlato di 500/600mila euro, ndr), almeno la metà, ma il socio ha fatto orecchie da mercante”.
Viene fuori, allora, un dissenso di Benedetto sull’ingaggio “troppo oneroso e non sostenibile nell’attuale situaizione economico -finanziaria della società, peraltro ereditata da Di Masi e non creata dall’attuale dirigenza, che presenta una rilevante esposizione debitoria non del tutto esplicitata al momento della cessione”.
Un concetto, questo, già più volte sostenuto, che pone alcuni quesiti: perché Di Masi non reagisce e non interviene spiegando se effettivamente ci sono debiti e di quale entità ?
E perché si firma un acquisto, che presuppone uno scambio dettagliato di documenti tra professionisti, salvo poi sbandierare debiti scoperti in chissà quale ‘cassetto’ rimasto chiuso.
Perché pare che nessuno sapesse del contratto di Palombi, ad esempio.
Sempre a proposito di contratti, Lobello e lo staff hanno mostrato un documento, su carte intestata Alessandria, in cui alla voce compenso è scritto ‘0 euro’, mentre Benedetto ha inviato al nostro giornale un testo identico, ma indicando 20mila euro. Quale è la versione effettiva?
Benedetto definisce il comportamento di Pedretti “ambiguo e al solo scopo di portare avanti i propri interessi personali e dei tecnici designati, che aveva da tempo in mente di piazzare all’Alessandria, senza curarsi delle esigenze e delle problematiche del club”.
Quasi un milione di euro
Questa mattina Pedretti ha parlato di quasi un milione di euro lasciati sul conto del club da Luca Di Masi, avanzando anche dubbi sull’ammontare residuo.
“Tale somma – scrive ancora Benedetto – come verificabile contabilmente, non è nemmeno sufficiente a coprire integralmente i debiti lasciati dalla precedente gestione“.
E, di nuovo, Di Masi, tirato in ballo, dovrebbe spiegare la sua verità in proposito
Cartellino rosso
Fra le tante ‘imputazioni’ a Pedretti, Benedetto parla di “contratti predisposti e sottoscriti, a nome e per conto dell’Alessandria, abusivamente (ma non ci sono contratti firmati e depositati, a parte, a quanto pare, perché lo ha detto lui ai tifosi, quello del dt Umberto Quistelli, ndr)”.
Questo si aggiungerebbe “alla diffusione di notizie false, che hanno arrecato pregiudizio e offesa all’immagine e alla dignità della società e della sua attuale dirigenza, e procurato ingiustificato allarme alla tifoseria di Grigi“.
Che allarmata, a dire il vero, la è, non poco e da tempo.
Per tutto questo “il comportamento sarà sottoposto al vaglio dell’assemblea dei soci (che sono due, Benedetto e Pedretti, a parte l’eventuale coinvolgimento di IdeAle Grigio, ndr) per l’eventule esclusione per gravi motivi e inadempienze secondo legge e statuto sociale (societario, ndr)”.
Prospettata anche la possibilità di una denuncia penale.
Più utile al futuro dei Grigi sarebbe, invece, una assemblea, non societaria, ma aperta a tutti, in cui Benedetto e Pedretti mostrassero tutti i documenti in loro possesso.
Confronto all’americana? Per il bene dell’Alessandria oggi non sembra più differibile.
Lo pensa anche il sindaco.