Ospedale: Alessandria Biobank entra nella rete Orphanet
Obiettivo? Fornire informazioni di alta qualità sulle malattie rare
Si tratta della raccolta di materiale biologico di pazienti affetti da epiteliomi
La Biobanca dell’Azienda Ospedaliera di Alessandria si arricchisce di una nuova e importante collezione, dando vita alla Skinbank, la raccolta di materiale biologico di pazienti affetti da epiteliomi, i tumori cutanei che negli ultimi anni stanno registrando un notevole aumento.
Nata da un’idea della dottoressa Roberta Libener, referente della Alessandria Biobank, e del dottor Renzo Panizza, direttore della struttura complessa di Chirurgia plastica, lo studio si prefigge di raccogliere materiale biologico cutaneo in pazienti affetti da epitelioma baso cellulare e epitelioma squamo cellulare e costruire un database sul quale raccogliere dati correlati al biomateriale.
Ospedale: Alessandria Biobank entra nella rete Orphanet
Obiettivo? Fornire informazioni di alta qualità sulle malattie rare
L’epitelioma a cellule basali ha un’incidenza pari a 10 persone su 10mila e rappresenta l’80% dei tumori della pelle e il 15% di tutti i tumori dopo i 40 anni. È solitamente a crescita lenta e le metastasi sono rare. Nonostante sia raramente fatale, può essere distruttivo e può deturpare i tessuti locali quando il trattamento è inadeguato o ritardato. Questo epitelioma si verifica principalmente tra il collo e la testa, ma può coinvolgere anche il tronco o le estremità. Tra i maggiori fattori a rischio ci sono i raggi Uv del sole, l’esposizione radiazioni ionizzanti o a composti chimici. L’epitelioma cutaneo a cellule squamose invasivo, invece, è il tumore cutaneo più frequente dopo quello baso cellulare e rappresenta circa il 20% di tutte le neoplasie della cute e può metastatizzare ai linfonodi regionali e diffondersi in sedi distanti dal tumore primario.
«Raccogliere una notevole casistica di campioni biologici di pazienti affetti da epitelioma baso cellulare e squamo cellulare – ha spiegato il dottor Panizza – costituisce una risorsa per la ricerca, perché è uno strumento importante per lo studio dei due tumori in connessione con i dati clinici, genetici e familiari della persona coinvolta».
Tutto il materiale, così come per tutti i campioni presenti all’interno della Alessandria Biobank, è rigorosamente trattato secondo le indicazioni sulla privacy, l’anonimizzazione e la gestione di biomateriale e dati associati della Dichiarazione di Helsinki, la Dichiarazione di Taipei, la normativa europea sulla protezione dei dati personali (Gdpr 2016/679).
Come spiegato, questa nuova collezione andrà a incrementare il Centro Raccolta Materiale Biologico (Alessandria Biobank), che comprende già quelle del mesotelioma maligno (istituita fin dal 2005), del carcinoma mammario (2021), del Microbiota intestinale (2022) e il Biorepository, istituito nel 2016 per garantire elevati livelli di qualità e sicurezza in ambito di stoccaggio e conservazione dei campioni biologici previsti da protocolli di studi clinici o destinati ad attività di ricerca.
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«L’Alessandria Biobank – aggiunge la dottoressa Libener – è nata nel 1989 dall’intuizione dell’allora direttore di Anatomia Patologica, Pier Giacomo Betta, di stoccare il primo campione biologico di mesotelioma. Grazie all’intensa e continua attività di biobancaggio, nel 2016 il Centro Raccolta Materiale Biologico è stato istituito come articolazione funzionale dell’Infrastruttura Ricerca Formazione e Innovazione all’interno del Dairi, il Dipartimento Attività Integrate Ricerca e Innovazione diretto da Antonio Maconi».