Quel coro infinito, la lezione della Nord
ALESSANDRIA – Se qualcuno fosse entrato al Moccagatta, questa sera, al triplice fischio, senza aver visto né ascoltato nulla, a sentire la Nord intonare un coro con le voci di tutti, ma proprio di tutti, le bandiere, i tamburi, avrebbe pensato alla festa per una vittoria, magari anche di quelle galvanizzanti.
Invece è il finale di uno 0-3, il secondo di fila, e in curva c’erano, sicuramente, anche i 100 che tre giorni prima erano a Frosinone, in tutto sei reti sul gruppone.
Eppure cantano, eppure incitano, con un crescendo di tono, di ritmo, di passione. Come un canto di battaglia di chi non conosce la parola ‘resa’. Nella serata in cui l’Alessandria ha ancora più contezza delle sue fragilità al cospetto della squadra più forte del momento e forse del torneo, i tifosi dicono ai giocatori, allo staff, alla società che quell’incitamento, quella forza, quella convinzione, ci saranno sempre, fino alla fine. I giocatori e Longo che applaudono lo hanno capito bene: le debolezze si possono affrontare e provare a superare solo insieme. Qui non c’è niente di tiepido, qui c’è calore. Vero, mai occasionale.