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Riduzione della velocità ai 30Km/h: non l’unica soluzione…
La commissione politiche Ambientali porta la discussione dell'aula consiliare sull'ordinanza presentata la scorsa settimana in conferenza stampa di istituzione del limite di velocità ridotto ai 30 Km/h nell'arco perimetrale che va dagli spalti verso il centro città.
La commissione politiche Ambientali porta la discussione dell'aula consiliare sull'ordinanza presentata la scorsa settimana in conferenza stampa di istituzione del limite di velocità ridotto ai 30 Km/h nell'arco perimetrale che va dagli spalti verso il centro città.
L’ordinanza permanente che disciplina la riduzione della velocità sugli spalti, fino al centro cittadino, ai 30 km/h è stata portata all’attenzione della commissione politiche Ambientali.
“Un’ulteriore dimostrazione di sensibilità da parte dell’amministrazione” esordisce il presidente Mario Bocchio che prima di dare la parola alla responsabile della Mobilità e del Disability Manager, l’architetto Paola Testa, precisa come “la viabilità è sicuramente un fattore di inquinamento e di innalzamento delle Pm10, ma non è l’unico. Molti altri fenomeni contribuiscono al peggioramento della condizione dell’aria”.
Questo filone viene portato avanti anche dalla Testa: “sul problema inquinamento dell’aria la viabilità influenza di più l’aumento di CO2, mentre l’innalzamento del valore delle polveri sottli dipende dal riscaldamento e dalle fabbriche“.
Questo provvedimento è stato preso non solo per motivi “ambientali”: “visto che risulta ancora ostica la possibilità di una Ztl in centro città – spiega l’architetto Testa – la riduzione della velocità è un primo passo”, spiegando come la riduzione dell’emissione di anidride carbonica diminuisca quando le vetture vannbo ad una velocità medio-bassa e costante, rispetto alle continue frenate, accelerazioni, ripartenze che aumentano la CO2 nell’aria. Questo discorso è poi particolarmente sentito per alcune zone, come corso Lamarmora, arrivando da corso |100 Cannoni: “qui lo spalto è ancora molto trafficato dai pedoni, essendoci vicino università, croce rossa, supermercati e negozi”, spiega la Testa.
Mentre il capogruppo del Pd, Gianni Ivaldi, chiede maggiore attenzione alla messa in sicurezza di spalti, come corso IV Novembre, chiedendo la chiusura e la separazione totale tra una carreggiata e l’altra, il capogruppo Udc, Giuseppe Bianchini non sembra essere molto soddisfatto del provvedimento. “E’ assurdo diminuire la velocità, perché così la CO2 cresce e le strade diventano delle vere e proprie camere a gas!” E prosegue: “perché invece non si prende in considerazione quel tipo di asfalto, già utilizzato a Torino, che assorbe il 40% di CO2“.
L’architetto Testa corregge subito Bianchini: “l’emissione di CO2 è proporzionale al quadrato della riduzione della velocità, quindi è il contrario. La diminuzione della velocità non aumenta l’inquinamento, ma lo riduce!”. E anche sulla questione dell’asfalto “mangia CO2” l’architetto sostiene di non avere avuto grande apprezzamento per questo tipo di asfalto da parte di ingegneri e tecnici del mestiere.
A ridimensionare la discussione interviene il commissario Giorgio Abonante, che senza voler sminuire il provvedimento dichiara “diamo il giusto peso a questa questione della riduzione ai 30 Km/h!”. E ne approfitta anche per comunicare la sua “ultima apparizione” in commissione Ambiente. “Ritengo sia assurdo procedere con il normale iter amministrativo, vista la grave situazione in cui si trova l’amministrazione“.
“Un’ulteriore dimostrazione di sensibilità da parte dell’amministrazione” esordisce il presidente Mario Bocchio che prima di dare la parola alla responsabile della Mobilità e del Disability Manager, l’architetto Paola Testa, precisa come “la viabilità è sicuramente un fattore di inquinamento e di innalzamento delle Pm10, ma non è l’unico. Molti altri fenomeni contribuiscono al peggioramento della condizione dell’aria”.
Questo filone viene portato avanti anche dalla Testa: “sul problema inquinamento dell’aria la viabilità influenza di più l’aumento di CO2, mentre l’innalzamento del valore delle polveri sottli dipende dal riscaldamento e dalle fabbriche“.
Questo provvedimento è stato preso non solo per motivi “ambientali”: “visto che risulta ancora ostica la possibilità di una Ztl in centro città – spiega l’architetto Testa – la riduzione della velocità è un primo passo”, spiegando come la riduzione dell’emissione di anidride carbonica diminuisca quando le vetture vannbo ad una velocità medio-bassa e costante, rispetto alle continue frenate, accelerazioni, ripartenze che aumentano la CO2 nell’aria. Questo discorso è poi particolarmente sentito per alcune zone, come corso Lamarmora, arrivando da corso |100 Cannoni: “qui lo spalto è ancora molto trafficato dai pedoni, essendoci vicino università, croce rossa, supermercati e negozi”, spiega la Testa.
Mentre il capogruppo del Pd, Gianni Ivaldi, chiede maggiore attenzione alla messa in sicurezza di spalti, come corso IV Novembre, chiedendo la chiusura e la separazione totale tra una carreggiata e l’altra, il capogruppo Udc, Giuseppe Bianchini non sembra essere molto soddisfatto del provvedimento. “E’ assurdo diminuire la velocità, perché così la CO2 cresce e le strade diventano delle vere e proprie camere a gas!” E prosegue: “perché invece non si prende in considerazione quel tipo di asfalto, già utilizzato a Torino, che assorbe il 40% di CO2“.
L’architetto Testa corregge subito Bianchini: “l’emissione di CO2 è proporzionale al quadrato della riduzione della velocità, quindi è il contrario. La diminuzione della velocità non aumenta l’inquinamento, ma lo riduce!”. E anche sulla questione dell’asfalto “mangia CO2” l’architetto sostiene di non avere avuto grande apprezzamento per questo tipo di asfalto da parte di ingegneri e tecnici del mestiere.
A ridimensionare la discussione interviene il commissario Giorgio Abonante, che senza voler sminuire il provvedimento dichiara “diamo il giusto peso a questa questione della riduzione ai 30 Km/h!”. E ne approfitta anche per comunicare la sua “ultima apparizione” in commissione Ambiente. “Ritengo sia assurdo procedere con il normale iter amministrativo, vista la grave situazione in cui si trova l’amministrazione“.