La prima foto con la figlia che quand’è nata pesava 600 grammi
L?emozione di mamma Ionela che ancora si commuove. «Grazie a chi mi ha aiutata, ora tutto procede bene»
La foto che vedete è stata scattata il 5 maggio 2022. Per la prima volta, mamma Ionela ha potuto tenere in braccio la sua bambina, che era nata il 25 febbraio, ovvero quasi due mesi e mezzo prima. «Quando ne parlo, mi vengono ancora i brividi» dice Ionela Frunza, 30 anni, di Trino Vercellese, costretta a partorire d’urgenza dopo 25 settimane di gestazione.
La bimba, che si chiama Mia, è nata che pesava 600 grammi; il fatidico 5 maggio era arrivata a un chilo e 200. Per raggiungere il peso sono stati necessarie le cure alla Terapia intensiva neonatale che, all’epoca, era ancora all’infantile Cesare Arrigo. Che non è distante dall’ospedale Santi Antonio e Biagio, dove c’è il reparto di maternità, ma, in certi casi, anche una semplice strada può essere una barriera, forse più mentale che fisica.
Mia è stata suo malgrado testimone diretta del trasloco della Terapia intensiva neonatale da un presidio all’altro: dal 7 giugno, infatti, il reparto è stata trasferito al Civile, cosicché i neonati, pur costretti a crescere nella cosiddetta incubatrice, possono stare “a portata di mano” dei genitori.
«Lei è stata dimessa definitivamente il 17 giugno, quindi gli ultimi dieci giorni di degenza li ha trascorsi nella struttura del Santi Antonio e Biagio – racconta Ionela – Ora all’Infantile torniamo per la fisioterapia e siamo stati anche per risolvere alcune complicazioni dovute alla nascita prematura. L’importante è che adesso Mia stia crescendo bene».
«Capirete la mia gioia»
Ionela, che fa l’impiegata amministrativa, è di origini rumene, il compagno Elvi è albanese. «Abbiamo potuto avvicinarci entrambi, e contemporaneamente, a Mia soltanto il 7 giugno – spiega la donna – Prima la si poteva vedere, ma solo separatamente. Io l’ho vista per la prima volta soltanto dopo tre giorni dal parto, naturalmente solo attraverso il vetro. E allora capirete la mia gioia quando, il 5 maggio, ho potuto finalmente tenerla in braccio, toccarla, avvertirne il respiro. Già in precedenza avevo supplicato i medici di poterlo fare, ma mi era sempre stata negata la concessione. Poi, finalmente… è successo. Solo per un quarto d’ora, ma è successo. Scusate se mi commuovo ancora, malgrado sia trascorso un po’ di tempo».
‘Io arrivo prima’
Ionela ha trovato supporto da ‘Io arrivo prima’, un’associazione impegnata per il sostengo dei genitori dei bambini prematuri. Nel giro di qualche anno, questa meritoria odv alessandrina ha seguito parecchie mamme, sia dal punto di vista psicologico che pratico. Bisogna considerare, infatti, che avere a che fare con un prematuro può essere, per certi versi, uno choc, dal momento che non si è preparati ad affrontare le difficoltà e che anche “l’ordinaria amministrazione” diventa un problema.
«L’associazione – conclude Ionela – è stata un supporto importante per noi. Ora il peggio è passato e ci sentiamo tutti molto più tranquilli».
Riguarda la foto. Sorride.