Alessandria, detenuto aggredisce agente a San Michele, naso fratturato
Un poliziotto penitenziario è stato colpito al volto. Il Sappe e l'Uspp chiedono di intervenire
ALESSANDRIA – Grave episodio di violenza nel carcere di San Michele, dove un detenuto italiano, già noto per comportamenti simili, ieri ha aggredito un agente di polizia penitenziaria colpendolo con pugni al volto. Il poliziotto ha riportato la frattura del setto nasale ed è stato trasportato d’urgenza in ambulanza presso il nosocomio cittadino.
L’ennesima aggressione contro la Polizia Penitenziaria
L’episodio si aggiunge alla lunga lista di aggressioni subite dagli agenti negli istituti di detenzione. Il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (Sappe) ha espresso forte preoccupazione, chiedendo un cambio di rotta nell’amministrazione del sistema carcerario per garantire maggiore sicurezza al personale. «Non possiamo più tollerare queste aggressioni. Servono interventi concreti per tutelare gli agenti che ogni giorno operano in condizioni difficili», affermano i rappresentanti sindacali.
Visita del Sappe negli istituti di pena
Per affrontare la situazione, il Sappe ha annunciato una visita negli istituti di detenzione prevista per venerdì, alla quale parteciperanno il Segretario Generale Donato Capece e il Segretario Regionale Vicente Santilli. L’obiettivo è quello di monitorare le condizioni di sicurezza nelle carceri piemontesi e sollecitare provvedimenti urgenti.
Il sindacato continua a chiedere più tutele e misure adeguate per evitare che episodi simili si ripetano, ribadendo la necessità di un intervento immediato da parte dell’amministrazione penitenziaria.
La nota dell’Uspp
Prendono posizione anche l’Uspp, nella persona del Segretario Regionale Piemonte Luciano Giglio, e la Segreteria Provinciale Uspp Vincenzo Livrizi, che esprimono vicinanza all’agente coinvolto augurando una pronta guarigione e preoccupazione per la sicurezza all’interno delle strutture penitenziarie, denunciando le condizioni di lavoro sempre più difficili e chiedendo interventi immediati per arginare il fenomeno della permanenza nei penitenziari di detenuti psichiatrici.
Secondo i rappresentanti del personale penitenziario, l’aumento delle aggressioni sarebbe legato a vari fattori, tra cui il sovraffollamento delle carceri e la gestione di detenuti con profili psichiatrici complessi. Viene inoltre richiesta una revisione dei protocolli di sicurezza non ancora definiti e l’applicazione di misure più severe nei confronti di chi si rende protagonista di episodi di violenza.
Tra le soluzioni proposte figurano l’adozione di un regime di sorveglianza più rigoroso per i detenuti ritenuti pericolosi, l’assunzione di nuovo personale per colmare la carenza di organico e l’introduzione di programmi di supporto psicologico mirati a prevenire comportamenti aggressivi ed il completamento di un modello organizzativo in fase di realizzazione.