Addio a Ormezzano, maestro di giornalismo
Cantore di calcio e ciclismo, aveva presentato il libro 'Eterno Fausto' edito da SoGed. I suoi inizi raccontando la morte di Coppi
TORINO – Non scriveva di sport. Lo raccontava, lo faceva vivere, andava sempre a fondo, aprendo gli occhi a tutti i lettori e le lettrici. Perché Gianpaolo Ormezzano è stato sempre una mente libera, capace di andare oltre il risultato, narrando storie, svelando personaggi, sfide, discese e risalite.
‘Gpo’, così siglava i suoi pezzi, si è spento questa mattina, nella sua casa a Torino. Aveva 89 anni. Ma ancora a Natale aveva regalato ore alla famiglia e agli amici, da cui gli interlocutori sono usciti arricchiti. Come se fosse un saluto, il saluto di Ormezzano
A Marina Coppi ricordava spesso i suoi inizi, quelle ore di inizio 1960, Gpo a Tuttosport. “Ero l’ultima ruota del carro di carta, i capi erano tutti reduci dal veglione. Ci voleva uno che andasse a Tortona, dove Fausto Coppi era stato ricoverato, colpito dalla malaria. Il direttore Antonio Ghirelli – raccontava – scelse me e poi si complimentò per quel servizio a colpi di edizioni straordinarie, rimproverandomi solo l’uso della parola ‘superuomo’ “.
Poi andò a Squaw Valley per la prima delle 25 Olimpiadi seguite, al Tour de France vinto da Nencini e anche ai Giochi olimpici a Roma, scrivendo del trionfo del suo compagno di scuola Livio Berruti.
Ha scritto per La Stampa, Guerin Sportivo, è stato direttore di Tuttosport, inviato anche per eventi extrasport, come il lancio di Apollo 11. Fino all’ultimo i suoi pezzi sono lezioni di giornalismo su Corriere Torino.
A lui si deve l’orazione per l’intitolazione del gruppo Subalpino Ussi a Ruggero Radice, RaRo, al Museo dei Campionissimi di Novi.
Con Il Piccolo
C’è un ricordo anche legato a Il Piccolo: la sua presenza e il suo intervento alla presentazione ufficiale, a Palazzo Monferrato, di ‘Eterno Fausto’, il libro di Mimma Caligaris per i 100 anni dalla nascita del Campionissimo: uno spettacolo ascoltarlo, anche il suo amore per il Toro sempre dichiarato e quel podio del calcio con Mazzola su tutti e poi Maroso e Ferrini.
Non solo il giornalismo sportivo, ma l’Italia oggi perde una voce unica, anche ironica, mai sarcastica. Un maestro di cultura. Perché lo sport è cultura e Ormezzano ne sarà, per sempre, la meravigliosa conferma