Alessandria: l'istituto 'Saluzzo-Plana' diventa 'Umberto Eco'
L'ok definitivo con un provvedimento del Ministero
ALESSANDRIA – I liceali di allora si ritrovano per una foto di gruppo destinata a fare storia e che darà il via a una giornata densa di aneddoti e di “ti ricordi quella volta che”.
C’è gente che si è persa di vista da lustri e che si reincontrerà grazie a un sogno, di cui racconteremofra qualche riga.
Già si mette in preventivo che qualcuno si farà fatica a riconoscerlo. E che fioccheranno gli “ah, ma sei tu”. Ma, soprattutto, a sto giro, non ci si limiterà alle chat e ai social, ma s’avrà modo di confrontarsi “de visu”, rievocando insieme il tal prof, la gita, il bidello che non si chiamava ancora collaboratore scolastico… E, in generale, gli anni magnifici di gente che aveva il futuro davanti.
Domani, domenica 6 ottobre, alle ore 12 puntuali, quelli che nel 1974 iniziarono (s’andava a scuola il primo ottobre, ai tempi) l’avventura nel glorioso liceo ginnasio Giovanni Plana di piazza Matteotti ad Alessandria, si ritroveranno per una foto di gruppo sulla scalinata dove generazioni di studenti sono stati immortalati.
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Invitati tutti gli ex alunni delle 4 sezioni d’allora. Risulta che all’iniziativa, che vanta la regia di Fabio Delorenzi, abbiano risposto in 48. Non male, tutt’altro. Invitato anche Gian Luigi Ferraris, insegnante di Italiano e Latino, la cui verve non s’è certo affievolita a mezzo secolo di distanza. Stando alle ultime: ci sarà.
Dopo la foto, trasferimento alla Ristorazione Sociale per il pranzo, con contorno musicale. Prenderanno posto avvocati, architetti, farmacisti, imprenditori, insegnanti, dirigenti, nomi noti, qualcuno che ha fatto fortuna in città, altri che i successi li hanno conseguiti oltre Tanaro, indipendentemente dal titolo di studio.
C’è chi arriva da Parma o da Vicenza. O da Roma, come lo stesso Delorenzi, l’avvocato a cui si deve l’evento di domani. Il sogno di cui si diceva è il suo. E lo racconta: “Eravamo in gita scolastica, però io e un paio di amici avevamo una sessantina d’anni, i professori una quarantina e i miei compagni l’età del liceo. Significa, dunque, che me li ricordavo per com’erano all’epoca. Ho poi pensato che l’avventura al Plana l’avevamo iniziata 50 anni fa. E la cifra tonda mi ha indotto a organizzare il tutto…”.
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Quel sogno è stato un segno, dunque. I social hanno aiutato, il telefono ha fatto il resto. Il passaparola è stato decisivo. Domani sarà un grande giorno, in cui mestizia e allegria si mescoleranno. Proprio come succede nella vita.