Deambrogio (Prc) contro la Regione sui trasporti
Nuova invettiva del segretario regionale del Partito della Rifondazione Comunista
CASALE – Nuova invettiva del segretario regionale del Partito della Rifondazione Comunista Alberto Deambrogio. A essere presi di mira sono i trasporti.
“L’Agenzia per la mobilità piemontese ha deliberato un incremento medio del biglietto di viaggio in treno del 3.59%. Tale incremento, il terzo negli ultimi tre anni, rappresenta un adeguamento all’inflazione e riguarda tutte le tipologie di titoli compresi gli abbonamenti e le tratte integrate con autobus.
La scelta deriva da una decisione della Giunta Cota, che l’attuale guidata da Cirio conferma risolutamente. Ormai chi viaggia per lavoro o, a partire da queste giornate, per studio sembra debba accettare come stato di natura queste scelte.
In primo luogo occorre rimarcare che l’attuale inflazione viene subita interamente da larghissima parte dei viaggiatori: non sono certo gli aumenti salariali ad averla determinata, visto che questi sono al palo; quella attuale è una inflazione da profitti. L’aumento del costo della mobilità su ferro si scontra poi con una evidenza nota a studenti e lavoratori: i servizi pendolari non solo non migliorano ma sono in costante peggioramento. Il quotidiano di migliaia di frustratissime persone è fatto di treni affollati, sporchi, che segnano ritardi notevoli o cancellazioni. Basterebbe fare una rassegna delle rivendicazioni e delle lotte fatte da vari comitati sorti in varie parti del territorio piemontese.
Se questa è la condizione di chi sta in basso, chi invece sta in alto, nell’iperuranio delle scelte indiscutibili ed irrevocabili come il progetto TAV Torino Lione, se la passa benissimo. E’ recente la notizia di un aumento da 8.6 a 11.1 miliardi di euro del costo della tratta internazionale Torino Lione. Una tendenza irrefrenabile che chissà a quali cifre porterà nei prossimi anni”.
“È del tutto evidente – ha concluso Deambrogio – che chi avalla questa tendenza a fronte non solo di possibili e dimostrate alternative più economiche, ma anche del disagio disperante dei pendolari fa una precisa scelta. Bisogna dire chiaro che in giro, nella classe politica di centro destra come di centro sinistra, ci sono troppi sepolcri imbiancati. Fare finta di stracciarsi le vesti, prendere falsi impegni ogni sei mesi di fronte ai pendolari e poi bruciare miliardi pubblici per garantire solo alti rendimenti ad alcuni soggetti privati è odioso. I soldi ci sono eccome, il rivendicarli per un uso collettivo rimane la sfida più giusta per cui unire intelligenze e forze alternative a chi persegue la distruzione del diritto alla mobilità e a una vita comune dignitosa, che pure è possibile”.