Lo sport a Valenza
L'approfondimento del professor Maggiora
VALENZA – All’inizio del Novecento, Valenza imbocca la strada dell’industrializzazione, fatto che segna il declino definitivo di un’economia che risultava da molti anni basata principalmente sull’agricoltura. Se da un lato si assiste a una forte espansione industriale, dall’altro si genera un notevole fermento sociale che incoraggia la nascita di gruppi e sodalizi.
Queste associazioni testimoniano quanto sia sentita tra la popolazione l’esigenza di creare nuovi punti di aggregazione, ma anche di dare vita a iniziative che rispondano ai principi di solidarietà. Tra gli scopi e le attività che svolgono questi sodalizi sociali-ricreativi, non può mancare la pratica sportiva con la difesa dei colori della città.
Nei primi anni dell’altro secolo, è ancora la competizione individuale l’elemento fondamentale di questo esercizio fisico riservato solo agli uomini. La ginnastica-atletica e il pugilato la fanno da padroni, ma è il ciclismo che offre ai valenzani gli spettacoli più esaltanti. Nella pista ciclistica ellissoidale, di circa 700 metri e con ampie tribune, che occupa la zona oggi limitata da piazza Gramsci e via Trieste, durante la buona stagione si susseguono settimanalmente corse e allenamenti con la partecipazione inebriante dei campioni del momento, una reiterata promozione della nostra città.
Nel 1906, nasce l’associazione sportiva più espressiva della città, l’Unione Sportiva Valenzana. Tra le varie discipline praticate spicca la ginnastica, ma ben presto sarà il calcio a occupare le gesta degli atleti e i cuori dei tifosi locali. Simili sono i natali della Società Ginnastica Fulvius, nata nel 1908 in quell’oratorio, il Circolo Pio X, che è il principale centro sportivo della città. Altri piccoli gruppi sono difficili da ricostruire per mancanza di documentazione o per difetto di memoria.
Con grande risalto, il 10 luglio 1910, si svolge a Valenza un memorabile incontro di pugilato valido per l’assegnazione del titolo italiano professionisti assoluto, cioè di tutte le categorie. In quest’occasione, diventa primo campione nazionale dei massimi (Alta Italia) il genovese Pietro Boine (1890-1914).
La prima stagione di calcio ufficiale è quella dell’annata 1912-1913, quando viene allestito il campo sportivo comunale, inaugurato il 5 ottobre 1913, e, già nella stagione 1913-1914, la Valenzana disputa il campionato di Promozione e si guadagna la partecipazione al massimo torneo nazionale nell’anno successivo. La stagione 1914-1915 è la più gloriosa del sodalizio: i giocatori dell’U.S. Valenzana si battono contro le migliori squadre italiane, raggiungendo il quarto posto finale nel girone eliminatorio dopo Torino, Juventus e Vigor.
Si sviluppa l’esercizio fisico, la vita pubblica ricreativa è intensa, ma ci pensa la guerra a spegnere drasticamente l’entusiasmo. Alla fine del conflitto l’amministrazione comunale, socialista dal 1910, si trova ben presto in difficoltà e, nel 1922, i fascisti si affermano definitivamente anche a Valenza, facendo si che la libertà non vada più tanto di moda.
Il panorama è profondamente cambiato, ma la voglia di aggregazione e di sport non sembra essere sparita. Nel periodo fascista, l’esercizio di gruppo, in costante crescita, promuove palesemente il cameratismo e l’inquadramento, lo sport funziona come svago e cura del proprio corpo ma, alcune volte, anche come scacciapensieri.
La Valenzana disputa il primo campionato nazionale del dopoguerra nel 1919-1920. È suddiviso inizialmente in gironi regionali (eliminatorie) con qualificazione alla fase nazionale. Nella porta valenzana si afferma l’operaio calzaturiere Clemente Morando (1899-1972), che poi verrà convocato e giocherà nella nazionale per ben tre volte. Debutterà il 6 novembre 1921 a Ginevra, in una partita amichevole contro la Svizzera che si concluderà 1-1. La sua prestazione sarà applaudita da tutti.
Negli anni 1919-1920, nasce, con professionalità e sacrificio, la Ciclistica Valenzana poi Gruppo Ciclistico di Valenza GIL. La classicissima locale è la Coppa San Giacomo, con il percorso dei 32 compiuto dai ciclisti per quattro volte (Valenza-San Salvatore-Alessandria-Valenza). Partecipa al Giro d’Italia 1935 il valenzano Osvaldo Della Latta, detto Ratò (1914-1985).
Sono diverse le manifestazioni sportive che si tengono a Valenza, alcune a carattere nazionale; importante è la corsa automobilistica Bordino, nata nel 1924 come Circuito Alessandria, che si svolge dal 1928 sul consueto giro dei 32.
Allenamenti e manifestazioni sono per la maggior parte promossi dal regime, una realtà fantasiosa più di facciata che di sostanza e più propagandistici che di merito, anche se fornisce in abbondanza costanza, disciplina e coraggio. Dal 1927, l’addestramento dei ragazzi dai sei ai diciassette anni è svolto dall’Opera nazionale Balilla (ONB), mentre, nel 1937, la responsabilità passa alla Gioventù italiana del Littorio (GIL).
Dopo la liberazione, Valenza ha 12.460 abitanti e l’euforia per la fine della guerra fa esplodere il desiderio di svago. Fioriscono i gruppi che praticano sport: pugilato, atletica, motociclismo, ma, soprattutto, calcio, sempre con la Valenzana e la Fulvius. Sono gli sport di squadra a garantire il legame che unisce tutti coloro che fanno parte della stessa formazione. È il tempo in cui certi giovani vedono nello sport una possibilità di riscatto e d’orgoglio
Nei primi anni Cinquanta. fa la sua apparizione ufficiale il basket all’Oratorio, Fulvius e Polisportiva Libertas, viene costituita la Società Tiro al Volo Valenza, si consolida il ciclismo con la nascita dell’Anpi Sport nel 1953 e il motociclismo con la nascita del Moto Club G.Corsico nel 1957. Nel 1955, nasce l’Associazione Pugilistica Valentia, prima Pugilistica Colombino, che diventerà Pugilistica Valenzana nel 1968. Qui si mette in mostra un giovane dotato di eccezionali qualità, con quasi 2 metri di altezza: Giorgio Masteghin (1940-2019). A 18 anni è già campione italiano dilettanti dei pesi massimi e passerà al professionismo nel 1961; diventerà uno dei pugili valenzani più noti.
Si realizzano campi di tennis, campi di bocce alla nuova Bocciofila Belvedere che è un punto fermo dal 1936. In questi anni, tre pezzi pregiati valenzani, Carlo Coppo, Ersilio Mandrini e Franco Bonetto , partecipano con successo a gare automobilistiche importanti.
In questo periodo, Valenza conosce il più intenso processo di sviluppo economico all’interno della provincia e realizza il più poderoso aumento percentuale di popolazione, passando dai 13.430 abitanti del 1950 ai 18.441 del 1960, con una forte immigrazione. Questa città dal brutto clima e priva di particolari attrattive è diventata la terra promessa a cui sembra aspirino abitanti delle più lontane zone del Paese. Valenza non sarà mai ostica o insofferente verso tutto ciò, riuscendo ad amalgamare culture, tradizioni e storie così diverse anche nello sport. L’appartenenza a una società sportiva favorisce soprattutto l’integrazione sociale dei teenager e l’identificazione con la comunità locale, raggiunta anche attraverso la disputa di campionati e tornei.
Nell’annata sportiva 1960-61 la S.C. Fulvius Libertas Valenza vince il campionato basket di serie B ed è promossa in serie A, gioca le gare all’aperto al campo comunale su fondo asfaltato.
Nella seconda parte degli anni Sessanta, mentre inizia la lunga depressione economica italiana, Valenza, con più di 21 mila abitanti e più di mille imprese orafe-calzaturiere, prosegue, invece, il suo ritmo progressivo, che la rende uno dei centri atipici della penisola.
Negli anni successivi, con il più manifesto benessere, si sviluppano altre discipline sportive poco conosciute: il judo con Mario Giardi (1971) nella palestrina di piazza Gramsci sotto il Bar Achille; la ginnastica, con la Polisportiva Valentia (1974); la Pallavolo Femminile (1972), all’Oratorio di Viale Vicenza. Nello stesso anno nella Parrocchia Madonnina si costituisce un’altra bocciofila. Nel 1971, viene costituita l’A.S. Golf Club La Serra, che si afferma ben presto per l’incantevole impianto e per i risultati. La pallacanestro si espande in modo considerevole: nel 1975 nasce la Polisportiva Libertas Basket Valenza (1975), che assorbe le logore società del passato.
Molta attenzione viene riservata ai più piccoli, mentre la scuola, sovente, gioca il ruolo della grande assente. Solo qualche anno dopo, con i Giochi della Gioventù, ci sarà un certo fervore agonistico scolastico.
Le organizzazioni sportive diventano sempre più piccole aziende che devono conseguire obiettivi e sopportare incombenze e costi. Per far ciò, servono strutture e spesso la passione non è sufficiente. Dalle società più affermate il vivaio viene considerato un investimento e non un costo aggiuntivo.
Nel 1973, la deflagrazione è imponente: l’ANPI Sport riesce a portare a Valenza l’arrivo di una tappa del Giro d’Italia, massima espressione del ciclismo nazionale e notevole vetrina per la città del gioiello. È la 15ª tappa, Sanremo-Valenza, di 206 chilometri, del 1° giugno 1974, che si conclude con una volata in via Camurati, gonfia di folla, vinta facilmente allo sprint davanti a 4 compagni di fuga da Ercole Gualazzini.
Dopo il 1973, quando finalmente Valenza ha un suo palazzetto dello sport, giungono anche alcuni luccicanti risultati nelle competizioni a squadre disseminate di colpi di scena e sublimazioni, soprattutto nelle raggianti e perfette femminucce: annata 1989-90 serie B femminile della Fortitudo Basket, nata nel 1982, che durerà 10 anni; annata 1997-98 serie B2 Pallavolo Femminile, resterà per 4 anni.
Anche l’apertura della piscina comunale nel 1981 accresce notevolmente la pratica del nuoto in città. È stata la più desiderata, la più a lungo attesa, la più costosa e sarà la più tribolata delle strutture comunali di Valenza. Lo stesso anno nasce la società Nuoto 3 G, a cui è affidata la gestione dell’impianto, e, sempre nel 1981, viene fondata l’Associazione Sportiva S. Antonio-Madonna di Pompei (S.A.M.P.),
Nella seconda metà degli anni Ottanta, viene creata la squadra di football americano femminile “Stormbringers A.F.T.”, che significa “portatori di tempesta”. Siamo al libro dei sogni: queste ragazze dominano a botte di simpatia, cosa che nessuno avrebbe mai immaginato e restano in vita per un lustro. Nel 1989 nasce l’Atletica Valenza e, qualche anno dopo, il calcio femminile con Valenza Sport, dal 2016 Mado Calcio Femminile.
Sono sempre più numerose le palestre private, dove una buona parte della popolazione valenzana pratica l’esercizio fisico al fine di un benessere corporeo, ricreativo e non solo: fitness, aerobica, arti marziali, ballo, danza, ecc., un ambiente dinamico, divertente e stimolante dalla platea sempre più ampia. A conferma che sono gli impianti a sviluppare l’attività e a far conseguire i risultati, dopo la costruzione della palestra del Comune in via Michelangelo 13 nel 1994, la Ginnastica Valentia, che ne fa un uso esclusivo, raggiunge il più alto numero di iscritti tra le società valenzane, ovvero diverse centinaia. Questa società, condotta principalmente da Angelo Buzio e Piero Bertolotti, organizzerà importanti tornei internazionali a Valenza, a cui parteciperanno squadre provenienti da tutta Europa,
Dopo anni di sacrifici e molto consenso, nel 2003 anche lo Judo Ginnic Club del coraggioso Mario Giardi (1940-2020) possiede un nuovo dotato impianto, un centro fitness e body building che ruota intorno alla disciplina primaria.
Ormai molti inattivi e diversi soggetti in età avanzata si avvicinano alle attività motorie in chiave preventiva e di recupero; l’esercizio di gruppo promuove l’entusiasmo e migliora i riflessi e l’equilibrio. La palestra è diventata il luogo più frequentato dai valenzani. Con l’incremento della pratica sportiva, anche il concetto di sport cambia di pari passo: attività che un tempo non venivano considerate alla stregua degli sport, ora lo sono a tutti gli effetti. A onor del vero, la crescita della pratica sportiva si è fondata sulla conquista di nuovi gruppi di utenti, ma anche su una definizione più ampia del concetto di sport.
Tra i giochi di squadra, il calcio mantiene la sua particolare rilevanza: sorgono diverse società calcistiche amatoriali e giovanili, che ampliano ancora di più il quadro locale di questa disciplina che vibra di emozioni inafferrabili, come se fosse una religione. Ma chi continua ad esaltare il nome della nostra città nel panorama sportivo nazionale è senza dubbio la cara e vecchia Valenzana, che gioca nel campionato di calcio serie C2. Grazie all’agonismo locale, resiste prodigiosamente nella Lega Pro sino al campionato 2011-2012, quando retrocede in serie D. Sarà difficile rimettere insieme i cocci abbandonando certi trionfalismi di un tempo, resterà amarezza e rabbia e, con dignità, il fiasco sportivo. Sulle sue ceneri si costituisce la nuova società Valenzana Mado, che, dopo aver resettato il tutto, prende quota sul campo con spavalderia sino al positivo scorso campionato 2023-24 di Eccellenza.
Intanto, il tempo scorre e resta poco in comune con l’età sportiva passata, eccetto forse la nostalgia e qualche messinscena. Negli ultimi anni, si affermano nuove società rivolte principalmente al giovanile, quale la Mado Basket e il Nuovo Tennis Paradiso, mentre, lasciando delusi e amareggiati i praticanti, termina malamente l’attività natatoria per la chiusura dell’impianto comunale. Una decisione impopolare, una sorta di gioco pirandelliano, anche se sarebbe meglio dire di promesse fatte, che ha lasciato l’amaro in bocca ai valenzani e ancora molto criticata, specchio della decadenza in corso, ma, forse, nonostante lo scetticismo sociale, avviata a una soluzione. Meglio toccar ferro.
Nel calcio giovanile e quello dilettantistico, vero e umile, è sempre viva la veterana e gloriosa Fulvius 1908, nel volley l’effervescente Pallavolo Valenza e, nel pugilato, l’APV Boxe Valenza, con il campione valenzano Lucio Randazzo, che, il 23 luglio 2016, al Palazzetto dello Sport di Valenza, è diventato campione italiano della categoria Super Leggeri, tra urli e pianti di gioia.
Tanti sono gli atleti giovani e no, le società, specie quelle più piccole e numerose con poca visibilità, i dirigenti, gli allenatori, i collaboratori vari che hanno agito incessantemente senza lucro, sovente con dispendi, affinché la pratica sportiva a Valenza si mantenesse e facesse sentire i valenzani orgogliosi del passato. Questa è una comunità di grande valore, qualcosa di più importante del proprio interesse particolare: onore al merito.
TORNA AL BLOG DI PIER GIORGIO MAGGIORA