Padovano: “Per fare calcio servono risorse vere, non pubblicità personale”
Alla presentazione del suo libro: "La vera fuoriclasse è mia moglie, non io". Le persone più vicine? "Vialli e Presicci"
ALESSANDRIA – “Tra la Champions e la libertà c’è tanto calcio, ma in questo libro è solo una piccola parte. Il resto è la vicenda umana, il calvario che ho vissuto e che adesso racconto. E lo dedico alle persone che in questi 17 anni ho conosciuto, che sono innocenti e che non hanno, però, la possibilità di dirlo e di scriverlo”.
Michele Padovano dal novembre 2023 è un uomo libero. Assoluzione con formula piena, dopo 12 mesi tra carcere e arresti domiciliari e quattro processi. Che narra nel libro, Cairo editore, che ha deciso di scrivere “perché la mia famiglia era d’accordo, mentre io all’inizio ero un po’ restio. Anche questa volta mia moglie e mio figlio hanno avuto ragione”.
Perché Padovano è impegnato in molte presentazioni, questa sera ad Alessandria per l’evento organizzato da Flavio Tonetto, “un amico che voglio ringraziare”, e ha anche ricevuto richieste per trasformarlo in una fiction.
E’ l’occasione per spiegare come, dopo il suo arresto, molto di quel calcio che conosceva si è allontanato. Con due eccezioni, “Gianluca Presicci, mio compagno a Cosenza, con cui c’è un legame familiare. E Gianluca Vialli, che continua a vivere, dentro di me sicuramente”. Vialli con cui, appena uscito dal carcere, Padovano ha fatto la prima telefonata. “Così emozionati che non ci uscivano le parole”.
Vialli che ha insegnato a tutti “a non mollare mai, a credere di farcela, a lottare, a lasciare sempre qualcosa di buono agli altri. Credo che sarebbe stato felice il giorno della mia assoluzione”
Fuoriclasse? Mia moglie
Girando per l’Italia adesso respira un clima nuovo. “Qualche proposta interessante per tornare nel calcio l’ho ricevuta. L’atteggiamento di molti è cambiato, ma io non cerco vendetta, non porto rancore. Sono un uomo libero che sente di poter dare qualcosa ancora a questo sport”. E confessa anche un incontro a Coverciano, “per valutare come posso essere utile“.
A chi lo definisce fuoriclasse, però, risponde, “la vera fuoriclasse è mia moglie, per come è stata forte in tutto questo periodo. La mia famiglia è stata fondamentale”.
E i Grigi…
Era dirigente all’Alessandria quel giorno dell’arresto. “Si stava facendo un buon lavoro. Non sono stato molto, ma credo di aver conosciuto una piazza che merita molto, sicuramente categorie alte”.
Adesso si ricomincia dalla Promozione. “Per fare calcio servono imprenditori con risorse vere e con una programmazione. Non persone che cercano solo visibilità personale. Se nel calcio circolano certi soggetti, la Figc ha un po’ di responsabilità”.
Il futuro? “Si può risalire anche dal basso, non c’è nulla di umiliante. Passo dopo passo, ma scegliendo uomini che il calcio lo conoscono e lo sanno fare”