Alessandria Calcio, la rabbia e le paure. “Un anno senza calcio?”
Una stagione drammatica vissuta come se fosse avanspettacolo, tra penalizzazioni, inchieste, deferimenti e fantomatici investitori
ALESSANDRIA – “Oggi inizia la nuova vita dell’Alessandria”. Parola di Andrea Molinaro e di Giulio Maione. Era il 19 giugno, al Moccagatta, conferenza stampa convocata per “presentare i nuovi partner e il progetto sportivo“.
Mai esistiti, né gli uni né l’altro
Tre settimane fa, mica un secolo, con la One Global Sports Investment indicata come panacea universale eppure sarebbe bastato una visura camerale, come è stata fatta subito da chi era presente, per avere tanti dubbi che gli aiuti non sarebbero arrivati da Oltre Manica. Come è stato, né quelli e neppure gli ultimi, il bonifico rimandato di giorno in giorno, anche di ora in ora. Fino alla deadline di oggi alle 18.
E, con il passare dei minuti, la rabbia, mista a paura nel popolo grigio, la certezza che non ci sarebbero state strade alternative ai conti messi sotto sequestro, che non sarebbero arrivate le risorse per pagare i dipendenti, persone che fino all’ultimo, con una dignità enorme, sono rimaste al loro posto, a lavorare per un club che, in molti casi, è stata la loro seconda casa, curata e accudita come se fosse la prima.
Il sipario, sui Grigi, ha iniziato a scendere tre anni fa, paradossalmente nel momento del massimo trionfo. E l’epilogo di oggi è il terminale di un disegno in cui hanno prevalso i sentimenti peggiori, come la rivalsa e la vendetta (chissà poi per cosa).
Queste sono le ore del dolore: anche quando i segnali sono negativi, quando tutto va nella direzione peggiore, non ci si rassegna, fino a quando la realtà presenta il conto, una tragedia umana e sportiva che, soprattutto in questo ultimo campionato, ha superato ogni limite di tolleranza. Avanspettacolo di livello infimo, vissuto tra deferimenti e penalizzazioni, quasi un “dolo voluto” come lo ha definito il Tribunale federale.
Che calcio ci sarà?
Un anno senza calcio è il timore diffuso, mentre da Torino Palmiere continua a proporsi come futura Città di Alessandria e prova a sollecitare anche incontri con le autorità locali.
Ci sarà il tempo per costruire qualcosa di alessandrino? Una ripartenza, con la certezza che almeno il marchio ‘Us Alessandria Calcio 1912’ è al sicuro, non è nelle mani dei ‘proprietari’ che si sono succeduti e non finirà travolto da un eventuale fallimento.
Potrebbe sembrare poco, a fronte del rischio di non avere partite per un anno, ma è molto.
Da domani, però, chi può, deve impegnarsi a ricostruire, e l’appello è a una imprenditoria locale che c’è e che non può più permettersi di aspettare il ‘salvatore’ da fuori, perché è razza estinta, almeno da queste parti.
“Forza Grigi sempre” è la frase che il popolo grigio, in questi momenti, si passa da uno all’altro, come se fosse il testimone.
C’è chi appende bandiere e striscioni, chi pubblica foto, chi consegna parole di amore. “Alessandria non era solo una squadra. Alessandria vuol dire passione, aggregazione, legami fraterni e molto altro ancora – scrive Marco Goretta – Un giorno torneremo, Alessandria non muore nel cuore della sua gente”