Il test di Turing
Che cosa significa "essere intelligente"?
Dal novembre 2022, con l’avvento di ChatGPT, continuiamo a fraintendere l’attributo di “intelligenza” associato a quella artificiale consapevoli del fatto che alla AI mancano componenti tipiche dell’essere umano come le emozioni e la fantasia, aspetti che contribuiscono enormemente al pensiero ed all’elaborazione degli esseri umani nel loro essere individui e soggetti di relazione.
L’accostamento, pur delicato, ha una ragione storica: “intelligente”, ha sostenuto il grande matematico Alan Turing, è ciascun soggetto le cui risposte non possono essere distinte da quelle formulate da un essere umano.
Come pensiamo?
Benché sia dunque un termine convenzionale, occorre però capire perché Turing usò proprio questa espressione così impegnativa. Lo fece perché persino oggi non siamo giunti a comprendere fino in fondo come avvengono i processi con cui pensa il nostro cervello ed ancor meno informazioni abbiamo sul pensare di un gatto o di un neonato.
Ecco allora l’opportunità di avvalersi di un test che simula una risposta, ma anche la necessità di usare con cautela un termine che avvicina all’essere umano le reti neurali che sono entrate, senza bussare come la primavera di De Andrè, nelle nostre vite.