Alessandria: la 'masterchef' Eleonora aprirà la "San Giorgio"
ALESSANDRIA - Sarà la vincitrice dell'edizione 2024 di Masterchef, Eleonora Riso, ad inaugurare venerdì 3 maggio la "San Giorgio". Una…
ALESSANDRIA – È il giorno della “San Giorgio” e del compleanno di Alessandria, che spegne 856 candeline in un giorno ricco di eventi.
Tra quelli proposti, l’esposizione al Museo Civico di Palazzo Cuttica fino al 7 luglio (apertura al pubblico dal giovedì alla domenica dalle 15 alle 19) – con inaugurazione oggi, venerdì 3 maggio, alle ore 17 – di un’importante opera facente parte delle collezioni civiche. Si tratta del “San Giorgio” di Lucio Fontana, opera ispirata al tema iconografico del “Santo cavaliere”, fortemente legato al territorio alessandrino per il legame con l’antica fiera di San Giorgio istituita nel 1525, sotto il comando di Francesco II Sforza Duca di Milano, tra le più antiche del Piemonte.
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La Fiera nasce agricola e commerciale, corredata da attrazioni ludiche e a partire dal 1949 l’Amministrazione le affianca annuali esposizioni artistiche. L’opera del Fontana venne acquisita nel 1955, in occasione della VII Esposizione Nazionale di Arte Contemporanea. Si inserisce nella tradizione locale di esposizioni-premio promosse dal Comune, dalla Società Amici dell’Arte, dalla Cassa di Risparmio di Alessandria, dalla Provincia e dagli Enti che contribuivano in quegli anni finanziariamente all’acquisto delle opere.
Si tratta di una terracotta invetriata (cm 100 x 78 x 50), databile tra il 1931 ed il 1938, appartenente alla maturità artistica dell’artista. In un periodo in cui Fontana collabora con lo Studio Mazzotti di Albisola e con le Manufactures de Sèvres di Parigi cercando contemporaneamente nuove strade espressive. Mentre fa suoi il cubismo e l’astrattismo, conia per la sua arte il nuovo termine di Spazialismo.
Concorre all’Esposizione realizzata dalla Città di Alessandria nel 1955 con l’amico Aligi Sassu, che espone anch’egli un tema cavalleresco con l’olio su tela “Il cavaliere nero”, di proprietà civica. Dove, stagliato sul fondo e accompagnato da due cavalli dal manto verde e aggrovigliati fra loro, si erge maestoso il cavaliere fiero della vittoria.
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A corollario verrà esposta anche un’opera di Mario Fallini intitolata “Lucio Fontana” che intende essere un omaggio da parte dell’autore al grande artista. Qui Fallini realizza un’imitazione dei lavori tipici del Fontana: i famosi Buchi (1949-1968) e gli ancor più noti Tagli (1958-1968). Non si limita ad imitare il gesto tecnico della lacerazione della tela, ma prende anche a modello il formato stesso dell’opera, l’ellisse, che proviene da un’altra serie di lavori del Fontana, gli Ellissi (1964-1967).
I tagli e i buchi diventano l’alfabeto morse con cui Fallini scrive sull’opera “Lucio Fontana” e lo fa imitando la scrittura orientale, dall’alto verso il basso. Ripetendo così tagli e fori nella giusta sequenza, trasforma un’immagine in un testo. Il concetto spaziale diventa l’alfabeto con il quale Fallini può incidere il nome proprio “Lucio Fontana”. Fallini lavora al superamento del confine tra pittura e scultura, tra immagine e testo. Figura e scrittura tendono a sovrapporsi in un gioco di rimandi reciproci e infiniti.