San Michele: detenuto armato di lametta aggredisce un agente
L’episodio è accaduto oggi. Fortunatamente non si registrano feriti. Il Sappe denuncia una “situazione al limite”
SAN MICHELE – Ennesimo grave fatto nel carcere San Michele.
Un detenuto, armato di lametta, ha tentato di ferire un poliziotto penitenziario.
La ricostruzione
“Un detenuto di origine marocchina, verso le 13, prima si reca nei pressi dell’ufficio di Sorveglianza Generale ma, non trovando nessuno, ha pensato bene di rovesciare un armadio situato all’interno del locale”, denuncia Demis Napolitano, vicesegretario regionale per il Piemonte del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria.
La rabbia dopo la videotelefonata
“Riportato alla calma, il detenuto ha effettuato la prevista videotelefonata ma, una volta terminata, è tornato nei pressi del medesimo ufficio sorveglianza e, approfittando di un cancello usato dal personale per passaggio di servizio, vi si è lanciato in mezzo”, spiega il sindacalista.
”Ha estratto una lametta scagliandosi contro il poliziotto e solamente grazie alla preparazione e l’attenzione del collega che riusciva a disarmarlo la situazione non è degenerata e non vi sono state conseguenze peggiori”.
Il segretario nazionale del SAPPE Piemonte, Vicente Santilli, esterna il “pubblico plauso del SAPPE al personale di Polizia Penitenziaria che ha evitato il compimento di un grave evento critico con estrema professionalità” ed evidenzia che “l’evento è stato gestito al meglio dalla Polizia Penitenziaria, che paga pesantemente in termini di stress e operatività questi gravi e continui episodi critici. Aggressioni, colluttazioni, ferimenti contro il personale, così come le risse ed i tentati suicidi, sono purtroppo all’ordine del giorno. È per noi importante e urgente prevedere un nuovo modello custodiale”.
”Sezioni al limite”
“Stiamo parlando di poliziotti che fanno servizio in sezioni al limite (e oltre…) le condizioni minime di salubrità, che sono costretti a fare ore e ore di straordinario ogni giorno per far fronte ai compiti istituzionali, che non hanno neppure gli strumenti utili a garantire la loro stessa incolumità fisica, come può essere il taser”, evidenzia il segretario generale del SAPPE Donato Capece.
Che torna a sollecitare “provvedimenti urgenti”, a cominciare da “un inasprimento di pena per i detenuti che aggrediscono il personale di Polizia Penitenziaria durante la permanenza e l’espiazione di pena in carcere” e dalle “espulsioni di tutti i detenuti stranieri in Italia, spesso protagonisti per più gravi eventi critici in carcere”.
“Serve la presenza dello Stato”
“Serve, forte ed evidente, la presenza dello Stato, che non può tollerare questa diffusa impunità, e servono provvedimenti urgenti ed efficaci!”, prosegue il sindacalista, che si appella ai vertici del DAP affinché creino le condizioni “per ristabilire ordine e sicurezza, attuando davvero quella tolleranza zero verso quei detenuti violenti che, anche in carcere, sono convinti di poter continuare a delinquere nella impunità assoluta!”.
I sindacalisti spiegano che servono regole ferree per ristabilire ordine e sicurezza nelle carceri, attuando davvero quella tolleranza zero verso i detenuti violenti che, anche in carcere, sono convinti di poter continuare a delinquere nella impunità assoluta!
“Qui serve, forte ed evidente, la presenza dello Stato, che non può tollerare questa diffusa impunità, e servono provvedimenti urgenti ed efficaci!”, conclude il leader del SAPPE.