Se a votare è l’Intelligenza Artificiale
Nel 2024 si vota in Piemonte, in Europa e negli Stati Uniti. Fra meme e video ingannevoli, anche l'Intelligenza Artificiale è partecipe delle competizioni elettorali
Come sempre accade quando si elegge il Presidente degli Stati Uniti, l’anno che stiamo vivendo è ricco di tensioni e conflitti: se a questo aggiungiamo il fatto che a giugno vi saranno le elezioni europee e regionali, allora possiamo essere certi che stiamo per vivere una lunga maratona elettorale.
Per la prima volta però, a giocare un certo ruolo in queste partite, è l’Intelligenza Artificiale e le campagne elettorali che si sono già tenute dimostrano che non è un ruolo di poco conto.
Le campagne elettorali in Argentina e Pakistan
Di recente in visita in Italia, il controverso Presidente Milei ha fatto un ampio uso di immagini create con Stable Diffusion volte ad estremizzare le posizioni politiche dell’avversario: un candidato peronista nei panni di Mao Tse Tung è di certo un’ironia della storia.
In Pakistan, l’ex Premier Imran Khan, dal carcere in cui è rinchiuso, grazie all’Intelligenza Artificiale ha creato un video, con la sua voce, per mobilitare i suoi sostenitori: non gli è però stato sufficiente per vincere le elezioni neppure un ultimo messaggio in cui disconosceva la vittoria dell’avversario. Di meme, immagini e video – veri e soprattutto falsi – sono piene le Primarie negli Stati Uniti e le piattaforme digitali hanno già bloccato in Europa migliaia di troll sguinzagliati per diffondere odio e disinformazione.
Il lato oscuro dell’Intelligenza Artificiale
L’Intelligenza Artificiale, nelle campagne elettorali, non è infatti solo un modo per creare volantini e grafiche, ma anche e soprattutto una tecnologia che su vasta scala può aiutare a creare messaggi iper-personalizzati che, come tanti frammenti di uno specchio in frantumi, impediscono di comprendere le posizioni di un partito o di un candidato.
Al contempo, moltiplica esponenzialmente i profili che, sui social media, possono trasgredirne le regole diffondendo disinformazione, annichilendo la voce degli avversari sommergendoli di attacchi, dettando l’agenda dei media tradizionali con notizie false la cui smentita, a patto che sia comunicata, lascerà sempre qualche dubbio nei lettori.
L’impegno preso a Washington da OpenAI, Google e Meta ed altri fornitori di servizi AI di etichettare i contenuti per renderli riconoscibili può essere una parte della soluzione, ma lo è ancor di più l’impegno di ciascun elettore a coltivare lo spirito critico, a formare la propria capacità di giudizio.