Allarme Pfas: duro attacco a politica e amministrazioni
Folto pubblico all'incontro organizzato da Greenpeace in Alessandria. I cittadini, i Gruppi e le Associazioni insieme per chiedere risposte e interventi concreti
ALESSANDRIA – Allarme Pfas: duro attacco a politica e amministrazioni.
Criticato il lavoro delle amministrazioni locali, al sindaco Giorgio Abonante, agli amministratori regionali, al presidente della Commissione Ambiente Adriano di Saverio: i cittadini contestano il fatto che, fino ad oggi, si sia solo parlato senza interventi concreti.
Tutto questo in una sala gremita in occasione dell’incontro organizzato da Greenpeace (presente Giuseppe Ungherese) lo scorso venerdì in via Verona. I cittadini, i Gruppi e le Associazioni chiedono risposte e interventi concreti che fino ad oggi non ci sono stati: rotto il muro del silenzio, ora le persone iniziano a far sentire la loro voce.
“Basta parole, vogliamo i fatti”
Due gli aspetti che spiccano della serata al Laboratorio delle idee: il primo è la folta partecipazione, il secondo è il dialogo tra i vari gruppi e associazioni nati sul territorio alessandrino e nazionale. Presenti, infatti, in collegamento, anche le Mamme NoPfas del Veneto che hanno spiegato il lavoro svolto fino ad oggi e l’importanza di fare rete, e Lino Balza che ha sottolineato come non si debba puntare l’attenzione solo sull’inquinamento da Pfas perché la Fraschetta conta la presenza di tutto un mix di veleni (ad esempio cromo esavalente, e molti altri).
Toccante l’intervento di Mirella Benazzo, del Gruppo Ànemos, che ha puntato l’attenzione sui gravissimi risultati dell’indagine epidemiologica presentati a fine 2019 che parlano di un aumento importante di certi tipi di patologie anche tumorali nella zona colpita dal Disastro ambientale.
“Le istituzioni sembrano non voler vedere i dati”
Gian Piero Godio di Legambiente: “Come mai in Alessandria le istituzioni sembrano non voler vedere i dati. Faccio un esempio rapidissimo. Nella pratica Aia (autorizzazione integrata ambientale) presentata 3-4 anni fa ci sono i dati di quanta della produzione di cC6O4 (che è il Pfas che viene prodotto adesso) c’era scritto che in aria venivano emessi 20 chili della sostanza la cui pericolosità si valuta in nano grammi che sono i miliardesimi di grammo…
C’era scritto che i fanghi ne portavano 2.400 di chili all’anno, dove vanno i fanghi?
C’era scritto che nel prodotto finito, quello che poi viene utilizzato ce n’erano 70 chili all’anno ma se producevano 60 tonnellate all’anno, dove andava la differenza? Questa cosa non è mai stata rilevata.
Allora c’è da stupirsi se poi troviamo i Pfas in mezzo mondo? Se li troviamo a Spinetta? Quando ci sono dati ufficiali, persino pubblici, persino pubblicati…”.
“Biomonitoraggio? Ci state prendendo in giro…”
Viola Cereda, del Comitato Stop Solvay, contesta il primo cittadino Giorgio Abonante durante l’intervento sul biomonitoraggio della Regione: “Ci state prendendo in giro…” (è stata usata un’espressione più colorita, ndr).
Ha poi raccontato anni di mobilitazione, di lotte di incontri “che abbiamo fatto come associazioni e comitati sul territorio”.
“Il Comitato Stop Solvay nasce dall’esigenza di incontrarsi e di parlare – ha sottolineato – Nel 2019 uscivano i dati dello studio epidemiologico e a spinetta c’era un’assemblea come quella di questa sera, dove ci si interrogava del perché ci sono tutte queste patologie sul nostro territorio…”.
“Il percorso giudiziario”
Tanti gli interventi durante la serata. L’avvocato Vittorio Spallasso, che rappresenta il WWF e tanti cittadini di Spinetta nella vertenza contro il polo chimico, ha illustrato il percorso giudiziario di questi ultimi 16 anni.