Così le Mamme NoPfas hanno suonato al campanello del polo chimico
Volantinaggio delle attiviste venete e del Gruppo Ànemos in paese questa mattina. Aperto un varco: tanti spinettesi chiedono esami del sangue
SPINETTA MARENGO – Occhi lucidi, interesse, in qualche caso rassegnazione e paura: così gli spinettesi hanno reagito questa mattina alla consegna dell’indagine epidemiologica (sulle malattie) che fotografa la situazione del paese e della Fraschetta. In campo, con un volantinaggio porta a porta, sono scese le Mamme NoPfas del Veneto e il Gruppo locale Ànemos.
Infranto il muro del silenzio
C’è una crepa nel muro di silenzio che da anni caratterizza la zona. E da quella piccola fessura stanno iniziando a passare informazioni sulle problematiche legate al Disastro ambientale, ai nuovi inquinanti (i Pfas), alla salute.
Ora c’è voglia di ascoltare, di sapere. Di capire cosa si può fare.
Abbiamo seguito l’iniziativa, passo passo. Insieme a Michela Piccoli, alle mamme venete che stanno facendo sentire la loro voce a livello internazionale sulla pericolosità dei Pfas. E a Mirella Benazzo, di Ànemos, che, insieme ad altri cittadini, hanno consegnato il documento ufficiale dell’indagine epidemiologica voluta dal Comune di Alessandria (Giunta Rossa) e mai conclusa. All’appello manca la terza fase: la correlazione tra malattie e inquinanti.
Perché non si conclude lo studio? Eppure, Asl e gli epidemiologici di Arpa avevano redatto un’analisi secondo cui più ci si avvicina al polo chimico maggiore è il numero di certi tipi di patologie.
Come hanno reagito gli spinettesi?
Ciò che emerge è la disinformazione. Tante le domande rivolte agli organizzatori dell’iniziativa. E c’è stato chi, con gli occhi lucidi, ha chiesto cosa sia possibile fare. Il punto focale è la salute: “Tutti dovrebbero avere la possibilità di fare gli esami del sangue”.
Perché le amministrazioni comunali non hanno informato i cittadini? “Lo abbiamo fatto noi, oggi”, hanno spiegato le Mamme NoPfas alla cittadinanza.
C’è stato anche chi ha mostrato ritrosia, quasi a voler rimuovere il problema. Qualcuno non ha neppure voluto guardarli quei fogli che sanciscono le criticità sanitarie della zona. Questa volta, però, sono stati una minoranza. Segno che le cose stanno cambiando.
Il campanello di Solvay
E’ stata Michela Piccoli a suonare il campanello dell’azienda chiedendo di consegnare il documento. Dopo una prima reazione forse un po’ troppo protettiva della “zona off limits” del polo chimico da parte della sicurezza interna, le Mamme NoPfas hanno poi dialogato con una responsabile arrivata poco dopo, e a cui sono state consegnate le risultanze di un’indagine epidemiologica pubblicata sui siti istituzionali di chi l’ha redatta.