Alessandria Calcio, Benedetto: “Nessuna azione di responsabilità contro di me”
Il legale dell'ex presidente risponde alla nota della proprietà di venerdì. E cita Napoleone a proposito di contratti "basati su frode o errore"
ALESSANDRIA – Alessandria Calcio vs Enea Benedetto, nuova puntata. Anzi, Benedetto vs Alessandria.
Venerdì la proprietà aveva annunciato di non avere “alcuna intenzione di cedere di nuovo il club all’ex presidente” , spiegando che il legale aveva avviato azione civile di responsabilità per la sua gestione del sodalizio grigio.
Oggi, quando mancano quattro giorni dal peggior compleanno in 112 anni di storia, ecco arrivare l’annunciata replica, affidata allo studio legale Giuseppe Pipitone del foro di Palermo.
“Apprendiamo con grande ‘stupore’, da vari organi di stampa, che Benedetto sarebbe o, meglio, sarà il destinatario di una azione sociale di responsabilità. In realtà, ad oggi, non ha ricevuto alcuna contestazione, né azione sociale su presunte irregolarità contabili e/0 amministrative commesse durante il suo mandato“.
Tutto corretto e regolare
Non solo, nella nota si afferma con certezza “l’assoluta correttezza e regolarità di tutti gli atti adottati fino alla data delle ‘dimissioni’ di Benedetto e del subentro della nuova compagine sociale“. In realtà, non si è trattato di dimissioni, ma di cessione delle quote. Le dimissioni sono state quelle di due dei tre componenti del primo cda dopo il passaggio di proprietà (Molinaro e Rubba), che hanno fatto decadere l’organismo amministrativo.
“Ci rendiamo disponibili a fornire la nostra versione dei fatti soltanto a seguito di contestazione o di atti formali“.
C’è anche un ‘suggerimento’ alla dirigenza e attuale e a chi la segue legalmente. “Possiamo solamente aggiungere che le accuse e gli esposti si presentano nei luoghi a ciò dediti (deputati?, ndr) e non mediante comunicati stampa“.
Non manca una affermazione improntato al garantismo. “In ogni caso siamo sempre stati dell’idea che un soggetto è responsabile e colpevole solamente a seguito di una sentenza irrevocabile di condanna emessa da un organo istituzionale quale è quello del tribunale“. Al di là della confusione verbal evidente, in realtà non c’è un solo grado di giudizio, ma sicuramente lo studio Pipitone del foro di Palermo ne è a conoscenza.
L’ultima frase, però, suona come un ulteriore masso gettato in acque già fin troppo torbide. “Un contratto basato sull’errore o sulla frode è nullo“: parole non di Benedetto né dell’avvocato Pipitone, ma niente meno che di Napoleone Bonaparte. Ma, si sa, ormai l’ex presidente è diventato un assiduo frequentatore di Marengo, che vuole portare nel metaverso.
Appuntamento alla prossima scena.