Ex Ilva, insediato a Novi il tavolo di crisi permanente
NOVI LIGURE — Un tavolo di crisi permanente per l’ex Ilva, con sede a Novi Ligure. È stato deciso questa…
NOVI LIGURE — Oggi a Roma si terrà una nuova audizione della commissione sulla crisi dell’ex Ilva. In Senato saranno ascoltati i rappresentanti di Acciaierie d’Italia, la società che gestisce gli stabilimenti del gruppo siderurgico. Dovrebbe intervenire l’ad Lucia Morselli.
Intanto la società pubblica Invitalia e Arcelor Mittal stanno cercando una via che consenta alla multinazionale di uscire da AdI senza che il Governo debba ricorrere al commissariamento. Un allungamento dei tempi che preoccupa i sindacati.
Fiom, Fim e Uilm hanno quindi chiesto un incontro con l’esecutivo. E avvertono che, in mancanza di una convocazione, andranno direttamente a Palazzo Chigi. «Il tempo è ormai scaduto, il degrado degli stabilimenti è insostenibile. Da giorni è in atto una trattativa segreta tra i soci di Acciaierie d’Italia, in assenza di confronto con le organizzazioni sindacali. Questa incertezza è inaccettabile», fanno sapere da Fiom, Fim e Uilm.
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A livello locale, le organizzazioni sindacali dei metalmeccanici di Novi Ligure e della provincia di Alessandria ribadiscono che la soluzione è l’aumento della quota dello Stato nel capitale della società. «Garantirebbe la continuità aziendale, produttiva e occupazionale», dicono Fiom, Fim e Uilm. Giudicato invece insufficiente a mantenere la produzione di acciaio il limite massimo di investimento, fissato nell’ultimo decreto a 320 milioni per il 2024.
Per i sindacati, inoltre, «è necessario un ammortizzatore in deroga unico, che possa garantire copertura salariale con l’integrazione per tutti i lavoratori». «Abbiamo chiesto alla Regione Piemonte di intervenire fattivamente su questo tema. E che solleciti il Governo a convocare in tempi brevi le organizzazioni sindacali», concludono i rappresentanti provinciali di Fiom, Fim e Uilm.
Il commissariamento non sarebbe però l’unica strada. Si mormora infatti di un interessamento da parte di Metinvest, gruppo siderurgico ucraino alla ricerca di nuovi stabilimenti produttivi dopo che i russi hanno invaso Mariupol e conquistato la grande acciaieria della città.
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