Alessandria: limiti di velocità e impatti su vita, salute ed ambiente anche nella nostra città
Recentemente, diverse città italiane hanno introdotto norme più restrittive sulle velocità nei centri urbani, più zone Ztl, e cercato di proteggere sia la vita dei cittadini limitando la velocità, sia introducendo zone dove la gente a piedi possa fare lo shopping, oppure anche solo passeggiare in tutta tranquillità.
Queste decisioni hanno stanno scatenando discussioni che hanno generato articoli giornalistici spesso centrati su casi personali anziché sui fatti. Purtroppo queste discussioni sono basate più sulla confusione e opportunità politica che ne può derivare, che dai fatti concreti.
I fatti ci dicono che il Governo ha stabilito delle linee guida che incentivano la riduzione del limite di velocità a 30 km/h. Poi succede che alcuni elementi dello stesso Governo attendano che un comune gestito dal centrosinistra adotti le suddette linee guida. Ed allora, come per magia, ecco che lo stesso ministro che ha proposto le linee guida, si lamenti per il limite di 30 km/h nel comune gestito dal centrosinistra.
Salvini, una garanzia, in tal senso. Un uomo di cui è facile leggere e prevedere ogni mossa, talmente fuori tempo e fuori luogo spesso esso sia. Eppure, ha scatenato una discussione e una polemica che è scandalosa proprio perché, come risultato finale, chi ne paga le conseguenze saranno quei cittadini che una “mano larga” legislativa, vedranno probabilmente perdere la vita nei prossimi mesi investiti e 40 Km/h anziché a 30Km/h nel centro urbano.
È importante distinguere le opinioni personali e le opinioni politiche differenti, dai dati concreti quando si affronta la questione della sicurezza stradale nei centri urbani. Questo dovrebbe suggerire la logica, ma spesso sono i clickbait e l’audience che la fanno di padrona, non ultimo uno 0,3% che possa dare in termini di voti una mossa populistica e, come tutti ben sappiamo, più populista sei, più voti raccogli. Anche in argomenti così seri, come la sicurezza della vita della gente, la bilancia del tornaconto personale prevale su tutto.
Chi cammina a piedi o va in bicicletta in un centro urbano conosce molto bene i rischi che si corrono. Non sempre chi guida ha, di contro, la stessa percezione, come dimostrano i pericoli presenti nelle strade, anche su strisce pedonali, come accade nella città di Alessandria. Alessandria ha il suo limite di velocità ben segnalato, ma sembra che la maggioranza lo ignori, non solo perché non sono tanti controlli, ma perché è evidente che gli autisti non avvertano il pericolo che sono alla guida di un pezzo di ferro di parecchie centinaia di Kg in mezzo a bambini, anziani, cani, gatti, passeggini etc etc.
Attraversare anche sulle strisce è un pericolo, dove come pedone devi essere molto più attento di chi guida la macchina. Provate a districare tra furgoni parcheggiati che ostruiscono gli spazi per camminare e vedete quanti automobilisti vi daranno la precedenza nell’occupare la sede stradale per superare l’ostacolo. Non nessuno, ma quasi nessuno. Se guidate sempre la macchina, e non credete che ciò sia vero, è molto facile.
Lasciate la macchina a casa e fatevi due passi tra Via Mazzini, Via Dante, nella zona di piazza Libertà, giusto per fare alcuni esempi. Con Via dei Guasco al top delle difficoltà per un pedone, dove bisogna saltare da un lato ad un altro della strada, venendo sfiorati in continuazione da macchine che vanno spesso sopra i 50Km/h e dove nessuno ti agevola questi cambi, dove tu, come pedone, devi attendere la “grazia” di un’autista galante, per tornare in sicurezza, e devi ringraziare, con un sorriso, perché avverti che è una reale concessione, non un tuo diritto.
Tuttavia, la vera valutazione della sicurezza stradale si basa su fatti, numeri e studi scientifici. Non sulle opinioni di autisti che si sentono come Hamilton guidando, di contro, non una Mercedes ma una Fiat Panda color beige.
Alle volte tutti ci dimentichiamo che abbiamo ancora bisogno di leggere nelle confezioni di varecchina che berla fa male alla salute e potrebbe ucciderci, e se questa scritta non può essere eliminata, e per gli ovvi motivi che molti si berrebbero sul serio la varecchina nel 2024 (!), ecco perché bisogna mettere sempre in risalto i numeri e i pericoli tra il viaggiare a 30 o 50 Km/h in città. Perché sentire dire che a 35km/h o 40Km/h si è insicurezza, detto da chi guida un Furgone Bianco mentre ascolta musica Rap e tutto volume, è intollerabile.
Gli incidenti stradali nelle città sono un seria preoccupazione per la sicurezza pubblica, In Italia come in Svezia, in Germania come in Olanda, e la scelta dei limiti di velocità gioca un ruolo chiave nel ridurre il rischio e mitigare le conseguenze. Ci sono studi, statistiche, prove, fatti, supportati da studi, che dimostrano come i limiti di 30-40 km/h, mirano a proteggere pedoni, ciclisti e automobilisti, contribuendo a ridurre la gravità degli incidenti e a promuovere la sicurezza stradale.
Le statistiche dimostrano che l’adozione di limiti di 30 km/h nelle città è associata a una diminuzione degli incidenti stradali e delle loro conseguenze, grazie a danni materiali minori e a meno feriti gravi. Al contrario, limiti di 50 km/h aumentano il rischio di lesioni fatali. Diciamo che a 50Km/h il rischio è di pratica certo.
È fondamentale adattare i limiti di velocità alle specificità di ciascuna zona urbana, considerando la densità di popolazione, presenza di aree pedonali e ciclabili e configurazione delle strade. La riflessione sulla sicurezza stradale dovrebbe andare oltre semplificazioni, considerando il tasso di mortalità a diverse velocità.
Le statistiche provenienti da Londra, che indicano chiaramente che a 40 miglia all’ora il 90% dei pedoni coinvolti in un incidente perde la vita, mentre a 30 miglia all’ora la mortalità scende drasticamente al 20%, giustificano l’introduzione dei limiti a 20 miglia orarie in tutte le città inglesi, gradi o piccole che esse siano. Lamentele? Certo, anche nell’isola oltre manica ci sono i populisti, e coloro che pensano di saperne di più di uno studioso perché “l’hanno letto su Twitter”, ma fortunatamente nessun sindaco segue questa linea ed entrare nella maggioranza delle città inglesi in macchina, senza superare i 30Km/h, senza pagare una tassa di circolazione extra (un biglietto per ogni passaggio) e con un Diesel, non è difficile: è impossibile!
Lamentele? Si, qualcuna, ma la stragrande dei cittadini è dietro queste decisioni, anche perché i media nazionali non vanno dietro coloro che hanno bisogno dell’etichetta sulla varecchina, per sapere cosa ne pensano sul limite di velocità. “La sicurezza stradale dovrebbe essere al centro delle decisioni politiche per uno sviluppo sostenibile, riducendo gli impatti ambientali e sociali degli incidenti stradali”.
Cosi nei proclami politici vari, poi nei fatti le decisioni politiche vengono prese in relazione alle opinioni di “tizio o caio”, che in TV hanno detto che “loro non sono d’accordo sulla velocità limitata che bla bla bla…”.
Quello che pochi prendono poi in considerazione è che andando piano non cambia la tua giornata, e sono certo che nessuno ha grosse responsabilità mondiali in cinque minuti di ritardo a casa o al lavoro, non credo che molti abbiano sulle spalle le sorti del Mondo, ma che di contro, se vai a 30Km/h, stai attento, e un bambino ti passa davanti all’improvviso, se lo investi, male che vada, gli fai un brutto livido e non lo mandi in un’altra vita (che poi non abbiamo neppure nessuna certezza che essa esista, giusto per fare i pignoli, eh… ).
Quindi, concludendo questo monologo/sfogo, al momento di ricevere una multa per aver superato i limiti, riflettiamo sull’importanza di preservare vite umane, risparmiare carburante e contribuire a un ambiente più sicuro; invece, d’inveire contro il vigile urbano di turno (che poi i Comuni ne mettano di più nelle strade sarebbe un bene) e affrontiamo, di contro, le nostre responsabilità, guardiamoci allo specchio e diamoci degli idioti, che per guadagnare cinque minuti, spesso meno, abbiamo intaccato il nostro portafogli o mandato qualcuno in Ospedale. Sarebbe meglio, ah se lo sarebbe.