Alessandria, malore fatale al giornalista Dedè Vinci
ALESSANDRIA - Malore fatale per Dedè Vinci. Il corpo del giornalista, 67 anni, è stato rinvenuto stamani dai vigili del…
ALESSANDRIA – Alessandria saluta Dedè Vinci, “cuore generoso ma fragile”, per usare le parole con cui i figli Luca e Mattia hanno raccontato un papà “che amava la sua città della quale cercava sempre di mettere in risalto il bello, stando al centro di quel che accadeva, ma pure un po’ in disparte, perché aveva grande capacità di ascoltare”.
Anche la città ha ascoltato lui. Prima grazie alla radio, poi con la televisione, quando decise che alla voce avrebbe dovuto dare un volto, quella faccia un po’ così, vagamente somigliante a Sylvester Stallone, ma senza le smorfie aggressive di Rambo o di Rocky.
Alessandria, malore fatale al giornalista Dedè Vinci
ALESSANDRIA - Malore fatale per Dedè Vinci. Il corpo del giornalista, 67 anni, è stato rinvenuto stamani dai vigili del…
Oggi pomeriggio, quell’Alessandria che tanto amava ha omaggiato Dedè, morto mercoledì nella sua casa in centro. Aveva 67 anni. Il “cuore fragile” ha ceduto, senza avvisare. I colleghi di Telecity lo aspettavano in redazione, dove il giorno prima aveva salutato tutti, come sempre. Purtroppo, però, è stata l’ultima volta, quella. Le esequie sono state celebrate nella parrocchia di San Rocco, che è sembrata più piccola che mai.
Di Dedè Vinci s’è detto e scritto molto. Altro si racconterà stasera in quei locali della città che si stanno organizzando perché, ovunque ci sarà musica, verrà dedicata a lui, che con la musica è cresciuto. E, diciamolo pure, ha fatto crescere più di una generazione, in particolare quella che s’è innamora di e con Radio West, l’epica emittente che ha portato l’America in città.
“Siamo partiti da Ovest, ma prossimamente guarderemo a Est” ha annunciato, in chiesa, Bruno Annaratone, il celebre Svisa che con Dedè ha costituito il binomio che ha portato la West Coast in riva a Tanaro. “Organizzeremo un qualcosa di bello, in cui c’entreranno musica, radio e solidarietà” ha aggiunto Svisa. Sarà di certo un evento che coinvolgerà deejay, artisti, gli amici di sempre e quelli che Dedè ha inc0ontrato lungo un cammino da cronista poco amante del sensazionalismo.
Il garbo è stata la sua matrice. La capacità di insegnare, la sua prerogativa. “Gli dobbiamo molto” dice, ora, campa mettendo musica. Se il parroco don Domenico non sbaglia nell’assicurare che “nell’ultimo giorno ci rincontreremo”, forse rivedremo Dedè con un microfono o, più probabilmente, con alla consolle. E saremo felici, come lo siamo stati in mille occasioni, quando si discuteva di Inter e di Grigi, si brindava a qualcosa o a qualcuno, si raccontava di quel cantante o quella band.
In piazza, a fine esequie, da un paio di telefonini alzati al cielo arriva un improvvisato omaggio, firmato Rolling Stones.
Ragazzi, alzate il volume, che queste note devono arrivare fin lassù.