L’Alessandrino dice no al nucleare. Appello ai parlamentari
Cesare Chiesa auspica che venga "cassata" la possibilità di autocandidatura. Il caso di Trino
ALESSANDRIA – Mercoledì al Marengo Museum di Spinetta sindaci, rappresentanti di associazioni e istituzioni si sono ritrovati per un confronto sull’ipotesi di individuazione, in provincia di Alessandria (e nella vicina Trino), del Deposito Nazionale dei Rifiuti Nucleari. Presenti anche gli esponenti alessandrini in Regione, gli assessori Vittoria Poggio e Marco Protopapa.
«Totale condivisione per il no»
Così commenta Cesare Chiesa (sindaco di Rosignano Monferrato e segretario casalese del Pd): «Un’assemblea di sindaci, di consiglieri regionali, di espressioni delle forze produttive e ambientaliste, molto partecipata e qualificata, che ha espresso una totale condivisione sul tema fondamentale: un chiaro e netto no alla volontà di Trino Vercellese di ospitare il deposito nazionale delle scorie radioattive, confermando parimenti l’altrettanto chiaro e netto no alla individuazione negli altri siti della nostra Provincia del medesimo deposito».
«Il nostro Territorio, vocato alla valorizzazione turistica e che ha necessità di una crescita economica e demografica che appare indispensabile perché ci si possa ancora riconoscere come “Territorio”, non può sopportare questa ulteriore drammatica criticità – continua l’esponente dem – La più grave “colpa” della giunta di Trino è quella di aver del tutto ignorato la netta contrarietà espressa da tutti gli Enti Locali, dalle forze Economiche e della Società Civile che sono intorno a Trino stessa; e di non aver ascoltato le buone ragioni che arrivano da ogni parte».
«Si voti contro le autocandidature»
«Per questi motivi – prendendo positivamente atto di una convergenza unanime, dichiarata da tutte le forze politiche presenti all’Assemblea – ho espresso convintamente l’invito a tutti i nostri parlamentari piemontesi, in primis a tutti i parlamentari locali, di votare contro l’articolo specifico del Decreto Legge in fase di approvazione in Parlamento che riguarda specificatamente la possibilità di porre autocandidature. Anche perché, è ormai noto a tutti, che l’unica autocandidatura pervenuta a Roma nei tempi previsti dallo stesso Decreto Legge, è proprio quella di Trino».
«Né va escluso, come molti hanno proposto, che si possa e debba organizzare momenti di pacifica protesta pubblica – va avanti Chiesa – Aggiungo, come considerazione finale, che solo una fantasia sfrenata può pensare che la autocandidatura di Trino ad ospitare il deposito nazionale di scorie radioattive sia unicamente frutto di opzioni locali: vedremo, dal voto parlamentare, chi vorrà smentire questa mia convinzione».