Caso Pfas: la melina degli enti è un gioco che crea sfiducia
ROMA - Inquinamento: mancanza di dati (soprattutto in Piemonte, nonostante l’università di Liegi abbia trovato Pfas nel sangue di una…
SPINETTA MARENGO – «Biomonitoraggio? Ci serve il via libera del Comitato Etico»: la Regione Piemonte parla degli esami del sangue sulla popolazione potenzialmente esposta. Veleni e inquinamento: la Fraschetta nella morsa del Disastro ambientale. Dopo 15 anni, la popolazione non è stata sottoposta ad alcun monitoraggio clinico. Alle nostre domande risponde Bartolomeo Griglio, vicedirettore dell’assessorato alla Sanità della Regione Piemonte.
La responsabilità di effettuare il biomonitoraggio, ovvero, esami del sangue specifici, passa, abilmente, di piede in piede: il sindaco di Alessandria, Giorgio Abonante, sollecita la Regione che, a sua volta, come annunciato dal presidente Alberto Cirio, passa la palla al Comitato Etico. Comitato Etico di cui, fino a questo momento, nessuno aveva mai parlato. Chi ne fa parte? Quando è stato tirato in campo? Sono domande che rivolgeremo proprio alla Regione.
Al momento, però, pubblichiamo le risposte ai quesiti che l’11 ottobre avevamo inviato all’Azienda ospedaliera che, a sua volta le aveva spedite ad Asl. La risposta è arrivata pochi giorni fa. A prendere la parola è, appunto, Bartolomeo Griglio.
La possibilità di eseguire uno screening biologico sulla popolazione rientra nelle analisi di tipo sperimentale per le quali la normativa italiana prevede una specifica autorizzazione da parte dei Comitati etici, che sono organismi indipendenti insediati nella sanità regionale ai quali è affidato il compito della valutazione. Per farlo è necessario un dossier di approfondimento supportato da evidenze scientifiche che dimostrino l’ingente presenza nell’ambiente della sostanza da ricercare anche nella popolazione.
Con l’obiettivo di ottenere il via libera la Regione Piemonte ha quindi istituito un apposito gruppo di lavoro finalizzato alla costruzione del dossier, che oltre ad Arpa e Asl di Alessandria coinvolge anche Cnr, Policlinico di Milano, Università di Torino e Università del Piemonte orientale.
La Regione ha inoltre stanziato 340mila euro per studiare la presenza di Pfas nell’ambiente, aggiungendo al monitoraggio dell’acqua potabile anche una nuova ricerca negli alimenti. È stato fatto poi un complesso lavoro per la definizione dell’iter procedurale di analisi sulla popolazione ed è stato predisposto, in collaborazione con i medici di medicina generale, il protocollo per la gestione sanitaria di eventuali casi positivi.
Questo grande lavoro è confluito nel dossier che è stato ultimato in queste settimane e che il 21 dicembre sarà valutato dal Comitato etico territoriale, incardinato nell’Azienda Ospedaliera Universitaria Maggiore di Novara. L’obiettivo della Regione ottenuta l’autorizzazione è di procedere con l’avvio del biomonitoraggio.
Ne siamo convinti e proprio per questo nonostante gli esiti delle analisi sugli acquedotti non abbiano rilevato la presenza di Pfas nell’acqua potabile e quella trovata in alcuni alimenti risulti al di sotto della soglia di allerta prevista dalla legge, la Regione ha comunque deciso di procedere con la richiesta al Comitato etico dell’autorizzazione sul biomonitoraggio perché vogliamo ci sia la massima cautela verso la popolazione di questo territorio.
Il 14 novembre intanto è partita anche la terza campagna di analisi su acquedotti e alimenti, perché l’attenzione rimane massima.
Proprio la definizione di un protocollo di gestione sanitaria, nell’eventualità che il biomonitoraggio evidenzi la presenza di Pfas nel sangue della popolazione sottoposta allo screening, è stato uno dei punti più complessi e articolati per l’elaborazione del dossier da sottoporre al Comitato etico. Ed è un lavoro che è stato portato avanti coinvolgendo i medici di medicina generale, che sono il primo punto di rifermento per ogni cittadino. Il documento sarà inserito in una campagna di informazione indirizzata non solo ai medici ma anche ai cittadini.
Caso Pfas: la melina degli enti è un gioco che crea sfiducia
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Una volta ottenuta – ci auguriamo già nell’incontro del 21 dicembre – l’autorizzazione da parte del Comitato etico per la realizzazione del biomonitoraggio, la Regione avvierà in collaborazione con l’Asl di Alessandria e i medici di famiglia una campagna di informazione che darà alla cittadinanza tutte le indicazioni sullo screening.