Un Buon Natale a cuore aperto: riflessioni e contro-riflessioni dopo l'ultimo articolo
Non immaginavo che l'articolo della scorsa settimana avrebbe generato così tante discussioni e attenzioni. Tra fraintendimenti, probabilmente dovuti alla mia…
Si avvicina il Natale e ho fatto caso a questa imminente festività solo quando ho ricevuto un messaggio da una compagnia aerea che mi ricordava un volo per quei giorni. Altrimenti, non mi ero reso conto di quanto fossimo vicini alle festività più importanti dell’anno.
Il Natale, nel corso degli anni, è diventato una festa non solo religiosa ma celebrata da persone di diverse fedi e credenze. Cattolici, musulmani, atei, agnostici: tutti guardano a questi giorni con l’aspettativa di un sorriso, di trascorrere qualche giorno in casa con la famiglia, guardando i film e giocando ai giochi che hanno atteso tutto l’anno, portati fuori dalla polvere per l’occasione e posti in primo piano nelle serate attorno al tavolo con parenti che non si vedono spesso.
Ma è stato davvero necessario il check-in per un volo aereo per ricordarmi che il Natale era imminente? Sembrerebbe di sì. Anche se ogni giorno percorro le vie principali del centro per raggiungere il lavoro, ho notato la giostra in Piazzetta della Lega, qualche vetrina più colorata e qualche pallina in più, ma non ho visto molta gente. I negozi non sono affollati, le strade non sono piene di persone che fanno shopping frenetico, e le principali vie della città sembrano sempre tranquille.
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Alessandria mette tristezza. La nebbia dei giorni scorsi ha contribuito a creare un’atmosfera ancor più cupa, ma almeno nascondeva le brutture della città, dando un tocco di mistero a chi la osservava con il bavero alzato e la sciarpa che copriva tutto tranne gli occhi.
La gente non sorride, e questo non è un fenomeno stagionale. Le auto sfrecciano nel centro a una velocità che sfida la legge, attraversare le strisce pedonali è sempre un’impresa rischiosa. Sia che ci sia la nebbia, che sia estate o Natale, nulla sembra cambiare in questo scenario monotono che sembra separato dal resto del mondo.
Lo spirito natalizio è assente nel centro della città, e questo è evidente anche in un periodo che dovrebbe essere caratterizzato da un fervore commerciale. Ma camminando per le vie, non si avverte quell’atmosfera festosa.
Per trovare lo spirito natalizio, devo accendere la TV e guardare i report da altre località. Forse anche gli altri fanno lo stesso, e questa potrebbe essere la ragione per cui il centro è sempre semivuoto.
Dopo un anno ad Alessandria e con il mio secondo Natale in città, non riesco ancora a capire questa tendenza grigia e triste, questo ritmo lento che non ha nulla di romantico. Continuo a osservare e a pormi domande, ma ancora non ho trovato una risposta. Spero che ci siano altri che si pongano le stesse domande e che provino la stessa angoscia, condivisa da molti, come si può notare guardando le espressioni sul volto delle persone in giro.
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