EcoSentieri: Borsalino, anche Eco fu testimonial
L'undicesima puntata della serie dedicata a Umberto Eco e realizzata da Brunello Vescovi
ALESSANDRIA – EcoSentieri – Non s’immaginava certo Umberto Eco che, un anno dopo la sua morte, gli sarebbe toccato diventare una sorta di testimonial della battaglia che ad Alessandria si condusse per salvare la Borsalino, a rischio fallimento. D’altronde la sua immagine con quel feltro nero in testa era quasi un simbolo.
E lui, quando all’estero gli chiedevano da dove veniva, non si spacciava certo per milanese. Alessandria ospita il museo del cappello Borsalino, brand di culto che rimanda anche a due celebri film con Delon e Belmondo: è ospitato al piano terra dell’edificio che un tempo era la fabbrica e ora è sede dell’Università. Agli oltre 2000 cappelli, divisi in otto aree narrative, si sono poi aggiunte installazioni multimediali. Eco auspicava già nei primi anni Duemila che quel museo fosse valorizzato: “In America ne ho visto uno dedicato perfino all’ex presidente Lindon Johnson e magari ci va anche chi bruciò la cartolina precetto per non andare in Vietnam”.
L’autore
Brunello Vescovi, giornalista, per trent’anni si è occupato di cultura e spettacolo alla redazione de La Stampa di Alessandria. Ama il teatro, le partite dell’Inter e i film di Woody Allen. L’idea di un podcast su Umberto Eco è nata in lui con con un obiettivo: svelare – anche dando voce ad altri – una serie di aspetti poco conosciuti della vita del Professore. In particolare i legami con la città natale, mai ostentati – con spirito squisitamente alessandrino – ma dimostrati nei fatti, anche attraverso le citazioni, a volte vaghe, a volte evidenti, che si ritrovano nelle pagine dei suoi romanzi. E raccontare l’importanza degli anni trascorsi al liceo Plana, dove fu studente vivace e ideatore di tante iniziative: oggi quella scuola porta il suo nome e i familiari sono convinti che non gli dispiacerebbe affatto.