Coldiretti Piemonte: “Finalmente stop a burger e salsiccia fake”
"Il ministero definirà una lista di denominazioni che, richiamando prodotti vegetali, possono indurre in errore il consumatore"
TORINO – “Parlamento, stop all’uso distorto di denominazioni tradizionalmente riferiti a prodotti a base di carne ma composti su base vegetale. Come prosciutto, burger e salsiccia veg, che rappresentano pratiche commerciali sleali i nei confronti dei consumatori”. È’ quanto afferma Coldiretti in riferimento a uno degli articoli della legge che introduce il divieto di produrre e commercializzare cibi a base cellulare per uso alimentare o per i mangimi animali, seguendo l’esempio francese.
“La norma – prosegue l’associazione – è in linea con l’intervento della Corte di Giustizia Europea. Che, in materia di false attestazioni di denominazioni vegetali, ha dichiarato illegittimo il riferimento al latte per presentare sul mercato prodotti a base di soia”.
“Contrastare gli inganni”
“Viene previsto che un apposito decreto del Ministero dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare definisca una lista di denominazioni. Che, richiamando prodotti vegetali, possano indurre in errore il consumatore – commentano Cristina Brizzolari, presidente di Coldiretti Piemonte, e Bruno Rivarossa, delegato confederale -. Una esigenza per contrastare gli inganni che sempre più spesso inducono a modificare scelte di acquisto verso prodotti che risultano anche arricchiti con additivi, coadiuvanti e sostanze di sintesi per edulcorare sapori e modificare colori”.
“Vengono in ogni caso fatte salve – è la conclusione – l’aggiunta di proteine vegetali ai prodotti di origine animale e alle eventuali combinazioni di prodotti che non sono sostitutivi di quelli di origine animale. La violazione del divieto risulta sanzionata sul piano amministrativo anche con la confisca del prodotto e il divieto di accesso a contributi pubblici fino a prevedere la chiusura dello stabilimento. Permettere a dei mix, non solo vegetali, di utilizzare la denominazione di carne significa infatti spesso di favorire prodotti ultra-trasformati con ingredienti frutto di procedimenti produttivi molto spinti dei quali, oltretutto, non si conosce nemmeno la provenienza della materia prima”.