Acf, “mai pronunciata una frase razzista”
Un mese fa l'attacco verbale ad Awa Sylla, domenica un episodio nella gara dell'Under 19 contri Rivoli
ALESSANDRIA – Un mese fa l’aggressione verbale a una giovane giocatrice della prima squadra di Acf, con termini di contenuto palesemente razzista, e l’ intervento della Procura federale, che ancora non ha reso nota la sue decisione.
Questa domenica un caso che si sovrappone a quello precedente, che non è stato finora oggetto di provvedimenti. ma su di esso la Procura federale, già nei primi giorni, aveva ascoltato familiari, compagne di gioco e dirigenti di Awa Sylla.
Nel confroto casalingo con Rivoli, per il campionato Under 19, le parti si sono invertire, almeno sembrerebbe così dalla nota della società torinese, che lancia esplicite accuse a una atleta alessandrina, che avrebbe apostrofato una avversaria con un insulto razzista.
Immediata e secca la riposta del sodalizio alessandrino. “Neghiamo, in modo forte e deciso, tutte le accuse contro una nostra tesserata. Né lei, né altri, in qualche modo riferibili alla nostra società hanno pronunciato simili parole, che sono state riferite e denunciate all’arbitro dalla formazione ospite”.
Cosa è successo? Nel secondo tempo della gara i toni si sono accesi e dopo il triplice fischio i dirigenti alessandrini sono intervenuti per sedare un tentativo di rissa. In quel contesto, secondo quanto riferito dallo staff della formazione torinese, una giocatrice di Acf si sarebbe rivolta a una avversaria (poi espulsa per aver colpito due atlete di casa), insultadola per il colore della sua pelle.
“L’arbitro ci ha spiegato che avrebbe segnalato questo fatto nel suo rapporto, puntualizzando, però, di aver sentito nulla. La nostra società – così in una nota diffusa dopo la gara – è impegnata a promuovere l’uguaglianza e l’inclusione sempre e la nostra ‘policy’ prevede un impegno costante contro ogni forma di discriminazione. Siamo orgogliosi di impegnarci per creare un luogo di sport inclusivo, in cui si valorizzano le differenze e si promuove l’uguaglianza, Nessuno e nessuna ha pronunciato una espressione così spregevole e discriminatoria”.
Ora si attende di conoscere cosa decideranno il giudice sportivo e la procura federale.