Sacerdoti del Novecento a Valenza
L'approfondimento del professor Maggiora
VALENZA – Non è facile immaginare la società valenzana quasi priva di sacerdoti cattolici com’è oggi. Nel tempo, essi hanno costituito una peculiarità della vita di questo territorio. In passato il rispetto per la parrocchia e per il sacerdote, con la sua encomiabile visione spiritualistica, è sempre stato al di sopra di tutto e di tutti; oggi, però, che si mette mano alla dottrina millenaria, alcuni cittadini sono perfino propensi a ritenere che non ci sia bisogno dei preti e della chiesa e che ognuno possa intendersela da solo con Dio.
Qui vogliamo ricordare alcuni tra i tanti sacerdoti scomparsi che, nel Novecento, a Valenza, si sono sacrificati per la loro missione e non si sono risparmiati per aiutare il prossimo, né di battersi contro l’ignavia che ha consentito certi misfatti. Poi la Chiesa è diventata via via più secondaria, seppellita dalle nuove necessità e disorientata negli eventi.
Monsignor Giuseppe Pagella (1865-1925)
Proveniente da Lobbi, era rettore dell’ospedale civile di Alessandria. Moderno, d’elevata cultura teologica e sociale, è uno dei promotori degli oratori giovanili. Egli, parroco del duomo valenzano, aveva la santa ambizione che Valenza fosse all’avanguardia, quasi l’espressione di un altro mondo e di un altro secolo. Per nulla timoroso, ha gettato i primi postulati per un’azione politica locale dei cattolici, quasi anticipando il nuovo clima creato dal patto Gentiloni nelle elezioni del 1913.
Monsignor Giovanni Grassi (1880-1966)
Una bella figura di straordinario prevosto locale, appartenente a una famiglia di Castellazzo Bormida e tanto devoto alla Vergine addolorata, che lo spinge a organizzare la celebrazione del centenario del Santuario Madonna della Pietà (Madonnina) con il congresso Mariano Diocesano nel settembre del 1946, evento che richiamò a Valenza un notevole numero di fedeli dalle diocesi vicine e molte autorità, non solo religiose. Durante la guerra, partecipò attivamente a salvare e sostenere chi si trovava in difficoltà, coprendosi di gloria in nome della libertà. Si ricorda la voce chiara con la quale esortava i pigri a non stare in fondo alla navata del duomo, quasi a ingombrare la soglia d’ingresso, ma ad avvicinarsi all’altare e alla celebrazione.
Monsignor Luigi Frascarolo (1921-1993)
Subentra in duomo al noto vice parroco don Pietro Battegazzorre, colpito da un fulmine a Plan Maison nel 1950. Nel 1967 succede al parroco monsignor Giovanni Grassi alla guida della parrocchia, una tra le più antiche della diocesi. Si dedica con enfasi e perizia ai restauri del duomo e alla valorizzazione degli argenti, rimoderna l’oratorio, riedifica il campeggio Don Pietro a Perrères (Cervinia) dopo l’incendio e crea la Colonia estiva di Valenza. Acuto, saggio e penetrante, ha saputo cogliere gli umori e lo spessore dei suoi interlocutori. L’oratorio di viale Vicenza prenderà il suo nome.
Don Pietro Battegazzorre (1919-1950)
Nato a Tortona, nella frazione di Mombisaggio, da bambino si è trasferito a Valmadonna. Ordinato sacerdote nel 1943, fu subito destinato a Valenza con funzioni di vice parroco. Muore a trentuno anni, durante una gita in montagna con i suoi ragazzi del campeggio. È ricordato con affetto e devozione per il gran bene da lui profuso alla gioventù valenzana.
Don Ezio Vitale (1936-1985)
Il 7 aprile 1985 arriva una notizia che sconvolge i valenzani: in Kenia, per il crollo del tetto di una chiesa, è morto chi più ha aiutato i bisognosi, Don Ezio, un alessandrino che ha affiancato Don Luigi in duomo dal 1965. Combattente irriducibile, ha coronato il suo sogno di missionario nel 1972, recandosi in Uganda, e, nel 1974, in Kenia, dove si è speso in favore di quelle popolazioni, guadagnandosi l’appellativo “Padre Leone”.
Don Ezio Sandrin (1938-2007)
Dal 1971 affiancò il grande don Ezio nella missione diocesana in Kenya, a Kathonzweni, e ne raccolse l’eredità dopo la sua tragica morte.
Monsignor Innocenzo Giovanni Merlano (1931-2020)
Per tutti “Don Gianni”. Vice e parroco ad Alessandria, rettore del seminario, direttore di Casa Betania, parroco della Madonnina, nel 1993 diventa prevosto della parrocchia Santa Maria Maggiore, duomo di Valenza, ruolo che ricopre fino al 2015 con coscienza sociale e spirito di saggezza.
Don Giacomo Pasero (1931-2014)
Improntato al realismo, è stato l’artefice della parrocchia, istituita nel 1967, della chiesa e dell’accogliente oratorio del Sacro Cuore.
Don Mario Cermelli (1925-1990)
Cauto e responsabile, ha condotto la nuova parrocchia N.S. della Pietà dal 1966, mettendosi specialmente al servizio di chi era in difficoltà.
Oggi, che su tutto si staglia l’ombra dell’angoscia e del mistero, forse sarebbe meglio che la chiesa tornasse a parlare dell’anima.