Alessandria Calcio, Banchini: “Questa squadra va rinforzata. E aiutata”
Il nuovo tecnico: "Zitti, testa solo al campo". Si passa alla difesa a 3. Tesserato Crivellaro
ALESSANDRIA – La condizione fisica? “C’è da lavorare, anche i dati dicono che nell’ultimo terzo di partita il ritmo e l’efficacia calano”. La condizione mentale? “I ragazzi sono giù di testa. Inevitabile, per la classifica e per tutto quanto li circonda”. Quindi, per Marco Banchini, nuovo tecnico dell’Alessandria, cosa serve? “Questa squadra va rinforzata”.
E le indicazioni l’allenatore le ha date alla proprietà. “Un centrocampista e un attaccante”. In un secondo tempo si può valutare anche un difensore. Non fa nomi, li ha dati però a chi dovrebbe occuparsi di portarli in grigio. Per il centrocampo quello più quotato è Giovanni Foresta, ex Carrarese e Crotone, l’anno scorso alla Recanatese.
Dei ‘segnalati’ dal mister non fa parte Stefano Crivellaro, che si allena da tre settimane, esterno destro basso classe 2002, vivaio Torino, che non ha mai giocato nei professionisti, solo D alla Lavagnese e al Grosseto.
“Ribadisco ciò che ho chiesto. Crivellaro era già qui e adesso che è utilizzabile lo alleno e ne tengo conto”. Discorso diverso per Siafa. “E’ un elemento di 1 metro e 93, ha velocità e sa colpire di testa. Non è il giocatore che ho indicato, ma ha caratteristiche che servono”. Comunque, al momento, non è contrattualizzato.
Giocatori sani
Banchini insiste su un fatto. “Non ho mai detto no all’Alessandria. Però dieci giorni fa certe condizioni non c’erano e, per questo, mi ero messo a lato. Adesso ci sono, alcune già concretizzate, come il mio secondo Jonathan Binotto, altre che dovrebbero avvenire a breve, come mi è stato garantito”.
Ma da chi è venuta la garanzia? “Ribadisco che io ho sempre parlato con la parte francese della proprietà. Negli ultimi giorni anche con Benedetto e Zerbo. Non sta a me dire cosa succederà a livello societario, se il mio arrivo è un segnale che va da una parte o dall’altra. Io sono stato chiamato per occuparmi della guida tecnica della squadra e questo io devo fare”.
Con una raccomandazione. “Sarebbe meglio che si parlasse tutti di meno. Certe notizie, uscite e fatte circolare, non creano il clima giusto. I media, a ragione,le riprendono e le commentano e, invece, sarebbe meglio parlare poco e fare, ognuno, il meglio per la sua parte. Ne andrebbe a giovamento di tutti, della squadra per prima”.
Oltre alle garanzie sui nuovi e anche su un collaboratore in più nello staff, c’è un motivo in più per la scelta di Banchini. “Qui c’è un gruppo di ragazzi sani. A cui ho ripetutio che domani non serviranno proteste con l’arbitro o nervosismo. Solo l’idea, chiara, che noi abbiamo più bisogno di punti del Mantova. Prima della tattica, per un allenatore conta di più entrare nella testa dei giocatori”.
Difesa a 3
Mantova forte, Banchini lo ha studiato. “Non solo per la qualità dei singoli, ma prima di tutto per come è allenato. La squadra ha una identità ben precisa: tanto posseso palla, verticalizza per servire i giocatori più offensivi, difende e aggredisce alto, fa pressing forte quando gli avversari hanno la palla”.
Nessuna rivoluzione nell’Alessandria, a parte la difesa a tre. “Che rivoluzione non è, è l’atteggiamento che permette di coprire meglio il campo. Anche alcune big a livello europeo, che si schierano con la linea a 4, poi impostano a 3. Sono convinto che l’interpretazione è più importante del sistema di gioco. Anche noi dovremo difendere più alti, essere anche rapidi nell’abbassarci, chiudere gli spazi“.
Soprattutto, la squadra ha bisogno di fiducia, “Penso che ciò che vogliamo, non solo nel calcio, dobbiamo andarcelo a prendere. L’Alessandria non è da 1 dopo 6 gare, i ragazzi lo sanno, però la classifica pesa nella loro testa e non aiuta neppure i giovani .Io scredo più nel “fare ciò che posso” piuttosto che “fare di tutto”, perché è più facile che il risultato che serve venga nel primo caso, rispetto al secondo”