La AI: solo uno strumento o una forma di intelligenza?
La diffusione, a seguito dell’avvento di Chat GPT, dell’Intelligenza Artificiale (AI) ha portato a discutere se si tratti solamente di un nuovo strumento al servizio dell’umanità o di una tecnologia che non ricade sotto una accezione così limitata: possiamo infatti paragonarla a un cacciavite o una matita?
Questi utensili possiamo decidere se usarli o meno, sono completamente sotto il nostro controllo ed anche la AI lo sarà finchè sarà possibile, come è stato detto, “staccare la spina”. Vi sono invece altri strumenti, come il motore a scoppio, che hanno radicato in modo talmente profondo il loro ruolo nella nostra società che rinunciarvi comporterebbe costi proibitivi sul piano industriale e occupazionale. Allo stesso modo, si sta delineando un mondo in cui la AI avrà un ruolo simile per via degli impieghi in infiniti campi del nostro vivere comune: “staccare la spina” potrebbe un giorno richiedere regredire a un livello di civilizzazione precedente, con competenze ormai obsolete. Chi, ad esempio, saprebbe guidare una carrozza nel mondo moderno?
Più che un semplice strumento, la AI rappresenta forse una forma di intelligenza “altra”, diversa e complementare alla nostra. E non sarà l’unica né è la prima: gli animali hanno una percezione atmosferica più avanzata della nostra, i formicai sono realizzati grazie a una intelligenza collettiva sbalorditiva e, per restare nell’ambito dell’uomo, il “mercato” è animato da una vita che solo in parte riusciamo a comprendere e regolamentare.
Vedere nella AI solo uno strumento porta a giudicarne la qualità in relazione a quella umana, talvolta riconoscendone i successi (il campione di scacchi Kasparov sconfitto da Deep Blue), più spesso individuandone i limiti, ma sempre contrapponendosi ad essa. Vedere, al contrario, nella AI una intelligenza “altra” conduce ad evitare questo confronto, ad utilizzarla per migliorarci. Maia Chess, un programma di AI per gli scacchi, non è addestrato per fare la mossa migliore, ma per individuare dove i giocatori umani sbagliano così da aiutarci a comprendere i nostri errori. La app per imparare le lingue Duolingo non ha introdotto Chat GPT per conversare in modo perfetto, ma per adattarsi al discente e spiegare gli errori che questi commette.