Strage di Alessandria, chi è l’uomo che ha massacrato la famiglia
ALESSANDRIA - Martino Benzi è l’autore del triplice omicidio commesso questa mattina, mercoledì 27 settembre, ad Alessandria. Una strage avvenuta…
ALESSANDRIA – All’indomani della strage di Alessandria, in via Lombroso tutto scorre. Nella via in cui Martino Benzi abitava con la moglie Monica Berta e il figlio Matteo c’è solo l’andirivieni delle biciclette, qualche macchina e il chiacchierio flebile ma caratteristico di chi quella zona la frequenta quotidianamente. Tutto scorre in silenzio davanti al portone sgombro dell’edificio in cui il 67enne ha deciso di uccidere i due famigliari, per poi recarsi alla casa di riposo Michel, eliminare la suocera Carla Schiffo e togliersi la vita.
Strage di Alessandria, chi è l’uomo che ha massacrato la famiglia
ALESSANDRIA - Martino Benzi è l’autore del triplice omicidio commesso questa mattina, mercoledì 27 settembre, ad Alessandria. Una strage avvenuta…
Un silenzio che sa di dignitoso rispetto, ma anche di forte riserbo di fronte a una tragedia che ha spazzato via da un giorno all’altro una famiglia che, da chi l’ha conosciuta, viene infatti descritta come riservata e schiva.
Caratteristiche associabili anche al 17enne Matteo: due fiori in suo ricordo sono posizionati sul cancello dell’Istituto Volta, nel quale stava frequentando il quarto anno. L’unico omaggio è affidato a qualche rosa rossa e a un girasole, posto tra le grate del cancello, con un biglietto che recita: «Ciao Matteo, da domani (oggi, nda) il tuo banco sarà vuoto, ma qui, tra noi, tu avrai per sempre il tuo posto».
La timidezza – in molti suoi conoscenti l’hanno associata alla personalità – sembra emergere anche in questo caso, come se anche il suo ricordo si presentasse ai passanti in punta di piedi, senza disturbare. Così forse, tutta la famiglia che ha sempre vissuto nell’intimità quasi totale, anche nel momento del lutto viene ricordata in modo composto e quasi impercettibile.
Ad Alessandria tutto scorre normalmente: anche il silenzio è una forma di rispetto. Lo stesso silenzio nel quale quattro persone sono morte e che ricorda che, a volte, non può essere solo il rumore a dare segnali di allerta.
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