«Grazie agli angeli che hanno salvato mio marito»
Patrizia Gotta racconta l’infarto al consorte, Valter Robbiano: «Da Ovada finì subito in sala operatoria. E...»
«È grazie ai medici, agli infermieri e a tutto il personale dell’ospedale ‘Santi Antonio e Biagio’ di Alessandria se mio marito, oggi, è ancora qui con me. Gli hanno infatti salvato la vita non una, ma ben due volte»: Patrizia Gotta, al telefono, ha ancora la voce rotta dall’emozione nel ricordare quanto accaduto ai primi di luglio.
I sintomi e il controllo
«Era qualche giorno che mio marito, che ha 62 anni e si chiama Valter Robbiano, accusava dolori. Lui per primo però minimizzava, dando la colpa a stanchezza e malesseri vari. Per fortuna, un giorno venne a trovarci una nostra amica infermiera, che sentiti i sintomi disse che era meglio effettuare un controllo, anche solo un elettrocardiogramma, qui in ospedale a Ovada ».
E cosa è accaduto? «I sanitari hanno deciso di portarlo subito ad Alessandria in ambulanza. Valter era stato colpito da un brutto infarto che, avremmo scoperto dopo, gli aveva fermato il cuore al 75%. Ancora un paio d’ore, forse, e non ci sarebbe stato più nulla da fare ».
Una volta giunti al ‘Santi Antonio e Biagio’ quali decisioni sono state prese? «È stato portato direttamente in sala operatoria. Addirittura, i dottori qui a Ovada non sapevano se sarebbe arrivato vivo… Per fortuna così è stato, e i chirurghi gli hanno praticamente ‘stappato’ il cuore, perché le arterie erano occluse. Inserendo in seguito pure i cosiddetti ‘palloncini’».
Tanta paura, ma tutto risolto… «Purtroppo non ancora ricorda la donna – Uno di questi apparecchi, infatti, è poi scoppiato: se ne è accorto un medico prima di staccare il turno, c’era già un lago di sangue. Ha chiamato i colleghi e sono immediatamente intervenuti, tenendolo aggrappato alla vita per la secondo volta».
Dieci giorni in ospedale
Quanto è rimasto suo marito in ospedale? «Una decina di giorni tra i reparti di Terapia intensiva e Cardiologia. Nei quali è stato accudito in maniera meravigliosa e per questo desidero ringraziare tutte le persone che lo hanno seguito, dai medici al personale intero. Gente che meriterebbe fior di stipendi… Se Valter è ancora qui con me, lo devo soltanto a loro».