Aps Me.Dea: “Casa delle donne un centro anti-violenza? Siamo sorprese”
"Siamo contente per Nudm, ma da 14 anni chiediamo locali dismessi al Comune"
"Ci preme fare chiarezza sul significato. Che è stato utilizzato in modo inappropriato e fuori contesto"
ALESSANDRIA – Casa delle donne come centro d’incontro sul tema della violenza di genere? Sull’argomento, interviene il Centro antiviolenza Me.Dea. Con una riflessione social.
“Nei giorni passati abbiamo appreso dell’assegnazione di una sede al collettivo Nudm per la Casa delle Donne Tfq da parte del Comune di Alessandria – si legge – Una gran bella notizia, di cui ci rallegriamo con le amiche di Nudm per il risultato raggiunto. Almeno loro hanno ottenuto una sede dall’Amministrazione Comunale!”.
“Ci preme tuttavia fare chiarezza sul significato di Centro antiviolenza – prosegue Me.Dea – Che è stato utilizzato in modo inappropriato e fuori contesto. I Centri antiviolenza sono luoghi normati per legge e riconosciuti in Albi Regionali. L’Associazione di promozione sociale Me.Dea è iscritta all’Albo della Regione Piemonte dal 2017. Possedendo tutti i requisiti previsti dalla Legge sopracitata. Ci preme fare chiarezza proprio per evitare che i servizi vengano erroneamente confusi dalla cittadinanza. Temiamo che la confusione generata dai termini utilizzati in modo inadeguato di questi giorni possa andare a discapito delle donne. Creando disorientamento circa la specificità e professionalità dei servizi offerti”.
“Tutelare le donne”
Il comunicato prosegue: “E’ infatti necessario tutelare tutte quelle donne che, vittime di ogni tipo di violenza, si trovano nella condizione di voler/dover chiedere supporto per l’attivazione di un percorso specializzato. Strutturato e dedicato al riconoscimento, elaborazione ed uscita dalla relazione violenta che stanno vivendo. Relazione che, in taluni casi, mette a repentaglio la vita stessa della donna e del nucleo famigliare (figlie e figli, vittime anch’esse di violenza assistita)”.
“Dal 2009 esiste ad Alessandria il Centro antiviolenza dell’Aps Me.Dea. Unico riconosciuto per il lavoro sistematico e strutturato di professioniste specializzate ed esperte di violenza di genere, secondo i requisiti richiesti dalla Regione Piemonte (Operatrice Servizi Antiviolenza, ai sensi della L.R. 4/2016). Riferimento territoriale collegato al numero nazionale antiviolenza donna 1522 e parte della rete ‘Di.Re’, la Rete Nazionale dei Centri Antiviolenza. Inoltre l’Aps Me.Dea dal 2014 gestisce insieme alla Provincia e alla Prefettura di Alessandria la Rete Antiviolenza provinciale. Con un accordo di rete firmato anche dal Comune di Alessandria, già capofila del progetto Viol.A-Prevenzione e contrasto di tutte le forme di violenza di genere, finanziato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento Pari Opportunità, anni 2013-2014″.
La sorpresa
“Detto accordo – si legge ancora – prevede tra le altre cose incontri annuali, a cui il Comune stesso partecipa. Obiettivo, la condivisione delle problematiche e dei dati sulla violenza, raccolti da Me.Dea per tutto il territorio alessandrino. Dati che vengono trasmessi dall’Aps anche a Istat, quale soggetto incaricato. Leggiamo pertanto sorprese che con questa assegnazione di sede ‘l’Amministrazione comunale ha deciso di riconoscere il valore sociale di chi si occupa di violenza di genere’. E che ‘come Amministrazione avevamo la volontà di riconoscere un luogo dedicato alla sensibilizzazione sul contrasto alla violenza di genere'”.
La conclusione? “Ci chiediamo con quale criterio si sia deciso di direzionare l’impegno politico di dare priorità al tema del contrasto alla violenza di genere. Assegnando una sede comunale al collettivo Nudm. Tuttavia cogliamo con entusiasmo lo slancio dell’assessore Laguzzi, ‘per noi questo modo di ragionare è un punto di partenza che può essere preso ad esempio da altre realtà’. Sollecitiamo però l’Amministrazione, proprio per non dimenticare l’operato di tante associazioni che da anni sono impegnate sul campo, a definire e condividere regole chiare, lecite e trasparenti. Affinché tutte le associazioni possano partecipare ad armi pari. Perché è evidente che la modalità gentile e rispettosa con cui l’Aps Me.Dea ha chiesto, in questi 14 anni di attività e servizio al territorio, locali dismessi di proprietà del Comune per la sede dell’omonimo Centro antiviolenza, non ha sortito ad oggi effetto alcuno”.