"I Pfas alterano i meccanismi che regolano la capacità fecondante"
L'allarme su quel tipo di inquinamento arriva dallo studio coordinato dal professor Carlo Foresta
ALESSANDRIA – PFAS nell’aria di Spinetta e Montecastello: il tavolo tecnico degli esperti prende altro tempo. Questo, nonostante un recente studio delle università di Bologna e Padova confermi come gli effetti dell’esposizione ai PFAS vengono conservati a livello molecolare sia in diversi tessuti che in diverse specie, e produce conseguenze sia nell’uomo che in altre specie animali.
L’alert è scattato da tempo anche a livello mondiale, ma la notizia che a Spinetta svolazzano Cloroformio e PFAS come cC6O4 e ADV non scuote gli animi, e neppure le coscienze.
"I Pfas alterano i meccanismi che regolano la capacità fecondante"
L'allarme su quel tipo di inquinamento arriva dallo studio coordinato dal professor Carlo Foresta
Ci sarà mai una notizia, corredata da dati certi come quelli appena diramati da Arpa (ma sono solo gli ultimi in ordine di tempo) che imporrà un’accelerazione di interventi per tutelare la salute pubblica?
Che sproni a superare la decisione di sedersi a tavoli tecnici?
Che induca a prendere atto di un’indagine epidemiologica imposta dal Comune di Alessandria (nello specifico dall’ex assessore all’Ambiente Claudio Lombardi) che ha stabilito un eccesso di alcuni tumori e patologie a Spinetta rispetto ad altre zone della provincia e della regione?
Nel 2019 la Corte di Cassazione ha sancito un Disastro innominato (ambientale), al termine di un lungo iter giudiziario iniziato nel 2008 con ‘l’emergenza Cromo’. Da allora, sono passati quindici anni ma ad Alessandria si studia ancora, tralasciando però di sfogliare quei testi – come la sentenza ad esempio – che ci dicono molto su cosa si deve fare.
“Sulla scorta delle risultanze del monitoraggio effettuato da Arpa sulle deposizioni di PFAS presso l’abitato di Spinetta Marengo e, da ottobre 2022 anche in quello di Montecastello, nonché della relazione predisposta dalla Regione Piemonte circa il biomonitoraggio di sostanze perfluoroalchiliche su alimenti di origine vegetale e animale e su specie ittiche presenti nel Fiume Bormida programmato nell’ambito del Tavolo di Coordinamento Regionale inerente i PFAS, il sindaco di Alessandria Giorgio Abonante – in accordo con il primo cittadino di Montecastello Gianluca Penna – ha ritenuto opportuno convocare uno specifico Tavolo Tecnico per la discussione dei dati e un confronto sulle eventuali misure precauzionali da mettere in atto a tutela della salute della cittadinanza.
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Nel corso della riunione – si legge in un comunicato inviato dal Comune di Alessandria – tenutasi nel pomeriggio di martedì 18 luglio, Arpa ha illustrato i risultati del monitoraggio ambientale condotto nel periodo marzo 2022 – marzo 2023, attestanti la presenza di composti PFAS sito specifici nei tre punti di misura individuati (stazione di rilevamento della qualità dell’aria di Via Genova, Strada Bolla a Spinetta Marengo e frazione San Zeno di Montecastello).
In particolare, la presenza del composto cC604, nelle deposizioni secche ed umide, è stata riscontrata con continuità nei due punti di monitoraggio presso la frazione di Spinetta, mentre a Montecastello si è riscontrata nei campioni di febbraio e marzo 2023. I dati misurati risultano coerenti con l’ubicazione dei punti di monitoraggio e con la direzione prevalente dei venti”.
“I monitoraggi effettuati su uova e vegetali nel periodo 2021 – 2022 a cura della Regione Piemonte in collaborazione con ASL AL, Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta nell’ambito del tavolo regionale Ambiente, Clima e Salute e su specie ittiche a valle del polo industriale di Spinetta Marengo a cura dell’IRSA-CNR ha attestato alcune evidenze di PFAS storici ed emergenti su uova e vegetali, nonché sui campioni di specie ittiche analizzate – si legge nel comunicato – Il quadro delineato dalle attività di monitoraggio è caratterizzato da una elevata complessità interpretativa in quanto la normativa ricomprende soltanto alcune sostanze storiche, mentre non sono note le caratteristiche legate alla pericolosità ed al bioaccumulo delle sostanze emergenti.
Complessivamente, i risultati attestano la necessità di proseguire nel monitoraggio, al fine di raccogliere una serie di dati più rappresentativa e correlare i riscontri su ambiente ed alimenti ad un eventuale bioaccumulo – continua la nota – Al contempo non viene ravvisata dagli Enti competenti la necessità di emanare provvedimenti precauzionali volti alla tutela della salute, come si evince anche dalla relazione redatta dall’Assessorato alla Sanità della Regione Piemonte.
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Il monitoraggio delle deposizioni dei PFAS da parte dell’Arpa è tutt’ora in corso e si ritiene che le sue risultanze potranno essere costruttivamente utilizzate in aggiunta a quelle della Caratterizzazione dell’area esterna al Polo Chimico, attualmente in atto nell’ambito della procedura di bonifica delle aree esterne stesse. L’intenzione è inoltre quella di aggiungere un ulteriore punto di monitoraggio sul territorio comunale.
La Regione Piemonte ha inoltre anticipato che risultano in fase di predisposizione gli atti necessari per l’avvio di un biomonitoraggio preliminare indirizzato ad una coorte di cittadini residenti nell’intorno dello stabilimento e potenzialmente esposti a PFAS a seguito di autoconsumo di uova e vegetali.
A fronte delle risultanze di tutti gli studi in atto, unitamente a quelle del progetto Scenarios in collaborazione con l’Università del Piemonte Orientale per la sperimentazione e sviluppo dei metodi di analisi, sarà possibile avere un quadro esaustivo circa la presenza dei PFAS di vecchia e nuova generazione nei territori indagati e individuare quindi le attività da intraprendere per il loro contenimento.
La Provincia di Alessandria, presente all’incontro, ha confermato la massima disponibilità e collaborazione agli Enti coinvolti dal progetto”.