Disastro ambientale: neppure le richieste dei cittadini sbloccano lo stallo
Indagine epidemiologica: mesi di lavoro tra Commissione Ambiente e Consiglio non portano a nulla di concreto
ALESSANDRIA – Sembra proprio che effettuare uno studio per capire l’eventuale correlazione tra inquinamenti e malattie, non spetti al Comune ma ad altri Enti. Alla Regione, ad esempio. Il Comune può solo sollecitare, e non fare. E allora come mai, nel 2017 fu proprio l’ex assessore Comunale Claudio Lombardi a volerlo, quello studio? Con risultati preoccupanti.
Di questa situazione sono delusi e sconcertati, prima di tutti i cittadini che hanno firmato la proposta popolare di deliberazione con cui chiedevano, tra gli altri punti, la terza fase dell’epidemiologica e il biomonitoraggio sulla popolazione.
L’infinita storia
Cosa è successo in tutti questi mesi? La raccolta firme è approdata prima in Commissione Sicurezza e Ambiente. Dopo mesi di discussione si è arrivati a un documento condiviso, dove il punto centrale impegnava l’Amministrazione comunale, per la pare di sua competenza, a portare avanti la terza fase dell’indagine epidemiologica (causa ed effetto inquinanti e malattie), insieme ad Arpa, Asl, Regione e università.
La Commissione invia il documento in Consiglio comunale, ma in Consiglio, quel punto, appare differente: non c’è più l’impegno alla Giunta, ma una Giunta che sollecita e sensibilizza altri Enti. Emanuele Locci interviene con una richiesta di emendamento per riportare documento a quanto era stato deciso in Commissione. A conclusione della discussione, in Consiglio si arriva a deliberare un impegno alla Giunta per la terza fase.
La situazione cambia ancora. Si arriva infatti al Documento unico di programmazione e al Bilancio: si sarebbe dovuto trovare sul Dup l’impegno deliberato dal Consiglio, e sul Bilancio le risorse per concludere l’indagine epidemiologica. Ma non c’è nulla di tutto questo. Locci presenta un emendamento chiedendo di inserire ciò che era stato deliberato dal Consiglio all’unanimità dentro il documento unico di programmazione. All’emendamento, il sindaco ha messo parere contrario (unico astenuto Adriano Di Saverio).
E sul Bilancio? La Giunta aveva espresso parere favorevole ad istituire un capitolo vuoto, quindi senza soldi: al momento del voto, l’intervento di Rita Rossa porta la Giunta a virare per il no al capitolo senza risorse. Risorse che, come sostenuto più volte da Di Saverio, si possono cercare e inserire per quel fine. Questa la lettura che abbiamo dato dopo aver seguito le varie fasi di questa lunga storia che vede al centro le richieste di parte della popolazione che vive in una zona altamente inquinata. Non tutti i protagonisti, però, hanno letto questo iter con i nostri occhi.
«Profondamente deluso»
«Dopo essere arrivati a un voto unanime in Consiglio comunale – interviene Emanuele Locci – non senza difficoltà, avevo dichiarato che avrei verificato che questo impegno si traducesse in un obiettivo programmatico concreto sul Dup e in uno stanziamento anche minimo sul Bilancio, promettendo che sarei intervenuto nel caso in cui avessi visto che non veniva rispettato il voto del Consiglio Comunale. Per questo ho presentato un emendamento sul Dup e sul Bilancio, per ristabilire l’adempimento dell’atto di indirizzo votato dal Consiglio. Ricevendo il parere negativo della Giunta – continua – e il conseguente voto contrario della maggioranza, ad eccezione di Di Saverio. Sono molto deluso perché confidavo che tutti volessimo andare nella stessa direzione per quanto riguarda l’impegno che ci siamo assunti nei confronti della città e dei cittadini che hanno fatto la raccolta firme».
Cosa dice la Scienza?
«La letteratura scientifica internazionale si arricchisce ogni giorno di più di dati allarmanti in merito alla nocività sull’uomo e sull’ambiente dei PFAS – spiega Adriano Di Saverio, presidente della Commissione Sicurezza e Ambiente – Si avverte la necessità di una Legge nazionale che regolamenti la produzione di questi composti e se necessario la blocchi, su tutto il territorio italiano. Già nella scorsa legislatura il senatore Crucioli aveva presentato un disegno di legge sulla materia.
La pubblicazione sul sito del Comune dell’Ordine del giorno e dell’Atto di indirizzo approvati all’unanimità il 18 maggio dal Consiglio Comunale – continua – daranno una forte spinta alla costituzione dell’Osservatorio ambientale della Fraschetta e all’inizio di indagini epidemiologiche e di biomonitoraggio che chiariscano, una volta per tutte, la situazione ambientale e sanitaria della zona del polo chimico di Spinetta».
Ma chi farà tutto questo?
Il sindaco: «Non tocca a noi»
Il sindaco Giorgio Abonante, dal canto suo, spiega come il Comune non sia l’Ente che ha la responsabilità di portare avanti uno studio di questo tipo. Per il primo cittadino, l’Amministrazione deve «spingere» la Regione e l’Asl ad accelerare sugli interventi, ad esempio sul biomonitoraggio.
E il capitolo di spesa dove far convogliare i fondi per l’indagine epidemiologica? «Ci sarà – interviene Abonante – nel momento in cui sapremo quante risorse dover stanziare, faremo una variazione di bilancio in corso d’opera come si fa normalmente tutti gli anni nella gestione del Bilancio comunale».