Prima gli acidi, poi la Tac. Così è nata la “rivoluzione dei raggi”
Gian Paolo Olivieri ci racconta com’è cambiata la Radiologia all’ospedale di Alessandria: «Bonati, ottimo primario, voleva uno staff all’avanguardia»
Iniziò che le radiografie si sviluppavano nella vaschetta con gli acidi, e finì che la Tac era all’ordine del giorno. Gian Paolo Olivieri, classe 1941, cominciò a lavorare all’ospedale di Alessandria nel 1965 e si congedò nel 1988. Prima la gavetta, poi un corso a Milano per diventare “capo tecnico”. In mezzo, aggiornamenti continui, per stare al passo con l’evolversi della tecnologia: dire che questa ha fatto passi da gigante è tanto banale quanto, perfino, riduttivo.
«Ho molti piacevoli ricordi – racconta Olivieri – grazie anche ai rapporti instaurati con due primari di grande spessore, come Germano Buzzi e Piero Bonati, quello con cui ho avuto a che fare più a lungo. È stato lui a stravolgere il reparto di Radiologia, includendo mammografie, termografie e, infine, la Tac su tutto il corpo, cosa impensabile agli inizi della mia carriera, quando, tutt’al più, ci si limitava alle schermografie».
Non c’era tempo di annoiarsi o di crogiolarsi nella routine, perché «ogni anno c’era qualche novità dal punto di vista tecnologico». Ma, poiché, i macchinari sono fondamentali ma non possono prescindere dal fattore umano, va ricordato, per dirla con Olivieri, che «Bonati ha portato linfa nuova con medici provenienti da Genova e non solo, come Musante, Cavagnolo, Piacentino, Giusti…».
Andare per capire
«Spesso – aggiunge – il nostro punto di riferimento era l’ospedale di Monza, all’avanguardia nel settore radiologico. Ad esempio, noi siamo andati lì più volte per imparare a usare la Tac. Naturalmente, il nostro compito era far funzionare il macchinario nel modo migliore, per consentire ai medici di avere le informazioni necessarie relative al paziente. Bonati chiedeva personale sempre aggiornato, e mi ha mandato pure a Ferrara affinché imparassi. Sono state esperienze interessanti, tutte volte a migliorare il nostro reparto che, col tempo, ha avuto trasformazioni importanti, come si può ben immaginare, visto che iniziai sviluppando le radiografie nella camera oscura, con la vaschetta con gli acidi e le mollette per appenderle in modo che asciugassero».
La carriera a Palazzo
Di Olivieri, però, non si possono dimenticare due cose: il negozio di lampadari (della moglie, in realtà) in spalto Marengo, e soprattutto la lunga militanza politica, cominciata con il Psdi, finita con Forza Italia, per sei mesi assessore all’Economato quando sindaco era Gianluca Veronesi, a lungo consigliere di minoranza (con Mirabelli, Priano, Francesca Calvo e Mara Scagni) e assessore ancora a Economato e Manifestazioni con Piercarlo Fabbio. A Palazzo, sono state… altre radiografie: a una città difficile da amministrare.