Serena e Alice, un’amicizia nata nel reparto dove a nascere sono i bambini
Una ovadese e un’alessandrina con gravidanze a rischio. Si ritrovano nella stessa stanza. Le notti di chiacchiere, tra timori, speranze ed emozioni
Alice e Serena sono diventate amiche in un reparto di ospedale. Una attendeva, l’altra pure. Una aveva problemi, l’altra anche. Quando sono finite nella stessa stanza del re di Ostetricia, al Santi Antonio e Biagio di Alessandria, è stato normale, per loro, condividere emozioni, sensazioni, preoccupazioni, ansie, paure. È parso ovvio anche lo scambiarsi di parole di speranza, inanellate in quelle frasi che servono a rincuorare, a incitare. Un elenco di «dai che ce la farai» che volevano dire «dai che ce la faremo», perché, alla fin fine, è incoraggiando l’altro che si trae linfa per se stessi.
È Serena Rocca, che abita a Ovada, a raccontarci la storia che ha per coprotagonista l’alessandrina Alice Di Benedetto. Entrambe, ora, sono mamme felici, rispettivamente di Lorenzo, nato il 26 aprile, e di Emma, venuta al mondo l’8 maggio. La piccola è ancora ricoverata in Terapia intensiva neonatale: dopo 29 settimane non ha più resistito nel ventre materno. «Ma sta bene» annuncia Serena, che ha avuto conferma da Alice, con la quale, ormai, si sente quotidianamente. Pure Lorenzo è prematuro, ma soltanto di un mese: sta crescendo nel modo migliore.
I minuti preziosi
Quando sarà tempo, gli descriveranno quel che cerchiamo di sintetizzare qui, malgrado sia complesso tradurre a parole i sentimenti, inclusi quelli collegati a un’amicizia nata per caso in un momento difficile, al cospetto di medici impegnati «a farti partorire il più tardi possibile», se proprio non si può sperare di raggiungere il traguardo dei canonici nove mesi. Se si è in “gravidanza a rischio” anche i minuti sono preziosi.
La storia di Alice e Serena è fatta anche di tisane serali e notti insonni. Quand’è buio d’intorno e a far rumore è il silenzio, aumenta il peso specifico delle parole, che diventano incisive. Ci si scambia confidenze, le lacrime si mescolano ai sorrisi.
Le vite intrecciate
La vita di una donna preoccupata s’intreccia con quella dell’amica che ha uguali timori. «Io avevo un’altra figlia a casa – racconta Serena – ed era logico che mio marito s’occupasse di lei. Così è successo che, alcune volte, mi sono avvalsa dei parenti di Alice, che ha una famiglia meravigliosa. Lei, la mia nuova amica, è una ragazza forte, una bella persona. Ho cercato di farle forza con la mia esperienza di mamma. E poi abbiamo avuto il supporto di medici e infermieri eccezionali, a cominciare dal primario Davide Dealberti, per arrivare a sua moglie, la dottoressa Carla Pisani».
Serena è stata dimessa il primo maggio, dopo un mese di degenza. Alice è stata trattenuta fino al 13 e al Santi Antonio e Biagio è stata un mese e mezzo. Ora s’aspetta solo che la piccola Emma lasci la Terapia intensiva neonatale e possa rincasare. Poi alle telefonate tra donne s’aggiungeranno incontri di una famiglia con l’altra. «Stiamo già pensando a dove andare a cena tutti insieme» dice Serena.
Ci sarà anche una buona bottiglia da stappare, s’immagina.