Una dieta d’attacco per la prova costume?
Si sta avvicinando la bella stagione e nell’arco di un mese andremo in spiaggia; scatta così la famosa “prova costume” che molto spesso mette in crisi le donne, ma anche gli uomini, costringendoli a fare i conti con i vizi e stravizi del periodo invernale. Come fare allora? Possiamo optare per un regime alimentare che ci aiuti a perdere peso in breve tempo, ma soprattutto poi a cercare di mantenerlo? Molto è stato detto su diete fantastiche che promettono grandi traguardi in tempi estremamente brevi, ma attenzione, perché molto spesso queste diete risultano essere poco salutari.
Un modello dietetico, di cui tanto si parla, utilizzato da esperti del settore per conseguire un calo ponderale è la dieta chetogenica, che presenta alcuni aspetti decisamente positivi. In primo luogo, c’è un fattore motivazionale importante perché la riduzione iniziale del peso corporeo è piuttosto rapida e quindi fa sentire gratificato chi segue questo regime alimentare. La dieta chetogenica si basa sulla produzione dei cosiddetti corpi chetonici, che raggiungono valori ematici 4-5 volte superiori rispetto ai valori basali, determinando un effetto anoressizzante a livello di sistema nervoso centrale e allentando quindi il senso di appetito. Inoltre, la dieta chetogenica mantiene ed eventualmente aumenta la massa muscolare a discapito della perdita di massa grassa.
Senza entrare nei dettagli biochimici, possiamo dire che questo regime alimentare induce nell’organismo uno stato di chetosi, cioè uno stato metabolico in cui l’organismo produce e utilizza come “carburante” i corpi chetonici, acetone, acido acetoacetico e acido beta-idrossibutirrico. La dieta prevede un regime ipocalorico, fattore necessario in ogni caso a ottenere una riduzione del peso, bassissimo consumo di carboidrati (meno di 50 gr/giorno), un notevole aumento nel consumo di grassi, soprattutto insaturi e polinsaturi e un regime, che correttamente, dovrebbe essere normoproteico.
Ricordiamo che un programma alimentare bilanciato, secondo il modello della dieta Mediterranea vede il consumo ripartito di circa il 50-55% di carboidrati, 25-30% di grassi e 10-15% di proteine rispetto all’introito calorico giornaliero. Teniamo presente che il glucosio, lo zucchero più semplice che ci deriva sia da carboidrati complessi (pane, pasta, riso), sia da zuccheri semplici (zucchero da cucina, miele) è il principale carburante del nostro organismo e sul suo utilizzo come fonte energetica si basa la maggior parte delle funzioni del nostro corpo, basti pensare che cervello e globuli rossi, ad esempio, possono utilizzare solo glucosio come sostentamento.
La dieta chetogenica che ha alla base uno sbilanciamento nelle proporzioni di macronutrienti, costringe l’organismo a bruciare grassi come fonte di energia, ma, in un certo senso, non è quindi fisiologicamente corretta.
Cosa allora si deve bandire dalla tavola quando decidiamo di seguire un regime alimentare di questo tipo? Dobbiamo adattarci a eliminare pasta, pane, riso, pizza, bibite zuccherate, ovviamente dolci e alcolici. Ma non solo, perché alcuni frutti contengono amidi, come le banane, oltre che zucchero e inoltre vanno eliminati patate e legumi. Sono invece da inserire nella dieta burro, oli, latte, carne, uova, pesce e frutta e verdura con poco zucchero e senza carboidrati, come cetrioli, ravanelli, sedano, insalata.
Se questo regime dietetico, come abbiamo detto, presenta alcuni aspetti positivi, non è scevro invece da effetti collaterali, sia a breve che lungo termine. In primo luogo, la fase iniziale per arrivare allo stato di chetosi implica un adattamento dell’organismo, che tende a ribellarsi e risponde con mal di testa, disturbi gastrointestinali, capogiri, stanchezza, alitosi e marcata diuresi a causa dell’eliminazione dei corpi chetonici con le urine. Proprio per questo aspetto, e non solo, si raccomanda di bere molto per facilitare la funzionalità renale. Ma la dieta chetogenica può avere importanti ripercussioni su scala temporale più lunga perché, specialmente se vede un aumento anche dell’introito proteico, mette e dura prova fegato e reni.
Si possono poi formare calcoli biliari e renali, manifestare crampi muscolari e vertigini. Per questo motivo la dieta chetogenica è adatta nei casi in cui si deve perdere peso velocemente, ma non deve essere prolungata per più di qualche settimana, allo scopo di evitare danni sistemici all’organismo. L’effetto rebound può inoltre essere importante, se, nella successiva fase di mantenimento, non si ha l’accortezza di bilanciare accuratamente i nutrienti non appena vengono reintrodotti i carboidrati. Si tratta di una dieta “rigida”: ogni volta che ci concediamo uno strappo alla regola e assumiamo, magari anche inconsapevolmente, carboidrati, il processo riparte da zero, rendendo vani tutti i sacrifici fatti.
In alcuni casi la dieta chetogenica è assolutamente controindicata, come ad esempio nelle donne gravide o in allattamento, in coloro che soffrono di insufficienza epatica o renale e nei soggetti con diabete di tipo 1.
Quindi, se volessimo tirare le fila, la dieta chetogenica può essere valida quando l’obbiettivo è perdere peso in maniera rapida e veloce, per eliminare i chili accumulati durante l’inverno, fermo restando che poi il mantenimento dovrà essere controllato attentamente. Pur tuttavia, resta il fatto che il modo migliore è sicuramente una dieta bilanciata, che controlli le quantità di nutrienti assunte e fornisca all’organismo tutto ciò di cui abbiamo bisogno, glucosio in testa: se vogliamo perdere qualche chilo, il modo più sano e naturale resta sempre quello di ridurre le quantità, evitare di spizzicare fuori pasto ed eliminare alimenti ipercalorici come dolci, salse e alcolici.