BigTech per l’Ucraina
Nel corso dell’ultimo anno, l’Ucraina è stata al centro di un conflitto militare con la Russia che ancora oggi non accenna a diminuire né in estensione né in intensità. In questo contesto, le grandi piattaforme digitali come Google ed Amazon hanno svolto un ruolo importante nel sostenere il Paese a far fronte alla crisi: non solo il suo Governo, ma i cittadini, soprattutto quelli più vicini ai fronti di guerra.
Una delle prime azioni intraprese da Amazon ad esempio è stata quella di fornire il supporto necessario per effettuare il backup dei dati e delle informazioni provenienti da soggetti pubblici e privati. Questo è stato fatto mediante l’utilizzo del cloud che ha permesso di proteggere le informazioni sensibili e di garantire la loro disponibilità anche in caso di attacchi informatici o di distruzione fisica delle infrastrutture.
Inoltre, Google ha lanciato un sistema di alert antiaerei che ha permesso agli abitanti dell’Ucraina di essere informati tempestivamente sui bombardamenti e di poter cercare riparo in luoghi sicuri. Questo sistema si basa sull’analisi dei dati provenienti dalle stazioni meteorologiche e dalle webcam, che permettono di individuare la presenza di aerei nemici e di avvisare la popolazione attraverso un’apposita applicazione. Google Maps è stata poi utilizzata per monitorare gli spostamenti delle truppe russe sul territorio ucraino dando la possibilità alle forze ucraine di adottare le contromisure necessarie e di difendere il territorio.
Infine, sia Google che Amazon hanno contribuito al salvataggio delle immagini dei crimini di guerra. Le piattaforme hanno permesso di raccogliere e archiviare le immagini e i video delle atrocità commesse in Ucraina, consentendo alle autorità internazionali di documentare le violazioni dei diritti umani e di perseguire i responsabili. Una volta terminata la guerra, sperando che ciò avvenga il prima possibile.
La guerra in Ucraina e l’aumento di attacchi informatici anche negli altri Paesi d’Europa ha portato la Commissione Europea ad avanzare una proposta – il Cyber Resilience Act – volta ad introdurre regole base di cybersecurity per i produttori e gli sviluppatori di prodotti che siano connessi online, anche nell’ambito di oggetti dotati di sensori secondo l’approccio della Internet of Things.
La normativa sul Cyber Resilience Act è pensata sia per apportare benefici alle imprese, riducendo il numero di incidenti con i relativi costi di gestione e con i relativi danni alla reputazione delle aziende, ma anche per accrescere la fiducia dei consumatori in merito ad aspetti quali il trattamento dei dati personali e la sicurezza dei dispositivi.
Secondo la proposta, sia i prodotti realizzati in Europa che quelli immessi nel nostro continente dovranno soddisfare specifici requisiti essenziali di sicurezza informatica e i produttori e gli sviluppatori dovranno fornire informazioni sulla fine del ciclo di vita dei prodotti, nonché adeguati aggiornamenti e canali di supporto. L’esperienza ucraina e la collaborazione fra soggetti pubblici e privati può rappresentare una base di partenza per un progetto volto a garantire la sicurezza e la protezione di tutti.