Omicidio Ambra: confermato in appello l'ergastolo a Michele Venturelli
La difesa ha preannunciato il ricorso in Cassazione
La donna trovata morta nel suo appartamento nel gennaio 2020. Le indagini svolte dai Carabinieri
VALENZA – Ergastolo per Michele Venturelli, 47 anni, accusato dell’omicidio di Ambra Pregnolato, l’insegnante trovata morta nel suo appartamento nel gennaio 2020.
La Cassazione, nell’udienza di martedì scorso, 28 febbraio, ha dichiarato inammissibile l’appello travolgendo la sentenza della Corte d’Assise d’Appello di Torino, e poi non ammissibile il ricorso in Cassazione, rendendo così definitiva la sentenza emessa dalla Corte d’Assise del Tribunale di Alessandria.
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La difesa ha preannunciato il ricorso in Cassazione
La famiglia della vittima era assistita dall’avvocato Lucio Parodi, del foro di Alessandria.
Venturelli, davanti ai giudici alessandrini, aveva spiegato la relazione con Ambra e i progetti che pensava si potessero concretizzare con la donna. Progetti condivisi fino ad un certo punto della loro storia. Perché il giorno del delitto, quel venerdì 24 gennaio, quando l’aveva raggiunta a casa “Ambra sembrava diversa, più pensierosa” aveva sostenuto il 46enne.
L’imputato aveva raccontato, a tratti confusamente, il dialogo con Ambra. Ma la mente entrò in un black out quasi totale dal momento in cui estrasse il martello dallo zaino. “Non mi ricordo più niente, non ricordo di averla colpita. Quando sono tornato in me ho visto quella scena, ero accanto a lei. C’era sangue. Non riuscivo a capire se si fosse la realtà”.
Vorrei essere io al suo posto, aveva detto alla Corte.
Il cadavere di Ambra Pregnolato fu trovato dal marito, Fabio Tedde, al suo ritorno dal lavoro.
Uno choc che lo portò prima a chiedere aiuto ai vicini di casa e poi al 118. Quando i medici si resero conto che la donna era morta, e per mano violenta, sono intervenuti i Carabinieri. Subito dopo, mentre la Scientifica effettuava i rilievi nell’abitazione di Valenza, in via Carlo Alberto Dalla Chiesa, altri investigatori iniziarono a sentire parenti e amici della vittima: Michele Venturelli fu ascoltato fino a tarda notte.
Il giorno dopo il delitto, quando i militari tornarono nell’abitazione dei parenti che avevano ospitato il 46enne, si resero conto che non c’era più. Fu trovato dalla Polfer nelle prime ore del pomeriggio di sabato, ferito, sui binari della ferrovia nei pressi del ponte Tiziano, ad Alessandria.
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L’uomo, sentendosi braccato dai militari, che stavano già perquisendo l’abitazione di Valenza dove abitava con il padre e la sorella, in via Volta, resosi conto di quello che aveva fatto «alla donna di cui si era innamorato» tentò di togliersi la vita gettandosi sotto un treno. Il convoglio, però, proprio in quel momento deviò binario su uno scambio: Venturelli finì sulle ruote di una carrozza per poi essere sbalzato indietro.
Soccorso, è stato trasportato al Pronto soccorso dell’ospedale ‘Santi Antonio e Biagio’, fu ricoverato in prognosi riservata, ma non in pericolo di vita. Poi la confessione: raccontò di avere iniziato una relazione con la Pregnolato circa un anno prima, caratterizzata da un’assidua frequentazione della famiglia di lei.
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Secondo la sua verità, raccontata prima al Pm poi al Gip, la donna prima gli disse di volersi separare dal marito per andare a vivere con lui, ma con il tempo arrivò un inatteso ripensamento, che sarebbe stato comunicato proprio venerdì mattina. A quel punto, sempre secondo il racconto di Venturelli, avrebbe perso il lume della ragione, tanto da estrarre dallo zaino un martello per colpirla violentemente e ripetutamente alla testa.
Riacquistata lucidità e rendendosi conto di quanto appena fatto, avrebbe cercato di ripulirsi e di cambiare i propri vestiti con quelli del marito della vittima, senza riuscirci. Uscì dall’abitazione di via Dalla Chiesa 5. Tornato a casa, si tolse i vestiti sporchi di sangue, fece la doccia e uscì per raggiungere il fiume, con l’obiettivo di disfarsi del martello usato per colpire Ambra e degli abiti.