“Quella sera con il frate al Costanzo Show”
L'alessandrino Carovillano: "Grazie a lui abbiamo realizzato un ospedale in Congo e uno in Honduras"
“Una grande persona, molto affabile e generosa”. L’alessandrino Antonio Carovillano ricorda Maurizio Costanzo, l’uomo grazie al quale lui è riuscito a portare a termine una missione che sembrava quasi impossibile: completare un ospedale in Congo e, di seguito, realizzarne uno in Honduras.
Costanzo, celeberrimo giornalista e conduttore televisivo, è morto stamani; aveva 84 anni.
Ora bisogna andare indietro con la memoria. Anno 1998. La redazione del ‘Maurizio Costanzo show’ legge sul settimanale ‘L’Espresso’ un’intervista di padre Emilio Ratti, un frate e chirurgo genovese da tempo operante in Africa. Suggerisce a Costanzo di invitarlo in trasmissione e così avviene. Padre Emilio è accompagnato da Carovillano, che da qualche anno era il suo braccio destro.
L’incontro decisivo
“Abbiamo parlato del nostro desiderio di completare un ospedale in Congo, paese dove stavamo lavorando da tempo – racconta l’alessandrino – Lui propose di mettere in sovrimpressione il numero del nostro conto corrente. E, grazie a questa iniziativa, ricevemmo soldi a sufficienza non solo per portare a termine il nostro progetto ma per avviarne anche uno analogo in Honduras”.
Carovillano e padre Emilio si conobbero nella nostra città. Il religioso era amico del dottor Cremonte, dirigente dell’ospedale infantile Cesare Arrigo dove Carovillano, pensionato delle Poste, faceva volontariato. Cremonte organizzò una serata con padre Emilio, per parlare della sua missione in Africa; Carovillano partecipò e, da quell’incontro, nacque non solo una profonda amicizia ma anche una proficua collaborazione.