Cirio: "Un futuro radioso per Alessandria"
Il presidente della Regione: "Decisiva la logistica, il nuovo ospedale si farà"
Il consigliere regionale 'dem' attacca la Giunta Cirio: "Chiarezza sui soldi. E l'area è davvero esondabile? Tanti punti aperti: Infantile, medici di base, analisi epidemiologica..."
Il consigliere regionale del Pd, Domenico Ravetti, punta l’indice sul tema del nuovo ospedale di Alessandria: “Sulla città di Alessandria – spiega – è arrivato il tempo delle analisi serie sulle politiche per la salute. Vedo troppe incertezze che possono mettere a rischio la qualità dei servizi ospedalieri e sociosanitari territoriali. Ma le analisi serie non possono essere affidate ai comunicati stampa, troppe volte utili solo a percorrere la via del consenso temporaneo”.
Secondo l’esponente ‘dem’, “servono scienza, concretezza politica e disponibilità economiche, non vaghe opinioni. Non c’è tempo da perdere sulla realizzazione del nuovo ospedale. Il vecchio è energivoro e non è più in grado di ospitare la Sanità ospedaliera del futuro. Su questo siamo tutti d’accordo. Allora si chiariscano gli aspetti su cui è sceso il silenzio”.
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Il presidente della Regione: "Decisiva la logistica, il nuovo ospedale si farà"
Ovvero? “Il presidente Cirio dichiara che ‘i soldi per l’ospedale ci sono dal 2021, 300 milioni’. Siccome è umiliante rispondere solo ‘non è vero’ e visto che le amministrazioni pubbliche parlano per atti e non per comunicati stampa, allego lo stralcio della deliberazione n.193-974 del 18 1 2022 sulla programmazione in edilizia sanitaria”.
Sottolinea dunque Ravetti: “Come è scritto nella deliberazione n.193-974 la candidatura per ottenere i 300 milioni da Inail è subordinata all’approvazione di successivi provvedimenti finalizzati all’individuazione di finanziamenti per la copertura finanziaria delle spese relative all’acquisizione delle aree, alla redazione dei progetti, nonché all’acquisto degli arredi e delle attrezzature. I 300 milioni non sono sufficienti se paragoniamo i costi per la realizzazione di altri ospedali e l’aumento delle materie prime”.
Il consigliere regionale, inoltre, come ribadito nei giorni scorsi dal sindaco Giorgio Abonante, chiede: “L’area è potenzialmente esondabile o è solo una preoccupazione del sindaco di Alessandria? La messa in sicurezza idrogeologica è un fattore da considerare oppure è un timore infondato? L’aviosuperficie tuttora funzionante, nel caso di costruzione del nuovo ospedale, sarebbe da spostare. E’ un problema finanziario, con impatto sociale e urbanistico, che il presidente della Regione intende lasciare sulle spalle dell’amministrazione comunale di Alessandria? L’attuale mastodontica struttura che ospita il ‘Santi Antonio e Biagio’ sarà demolita? Quanto costa la demolizione? Chi se ne farà carico? Cosa sarà previsto al suo posto?”.
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Non solo il nuovo ospedale, però: “Nel frattempo – aggiunge – si può discutere dei problemi attuali e magari risolverli? Facciamo un’analisi su liste d’attesa, mobilità passiva, mancanza di personale, costi di gestione delle strutture, gestione dell’emergenza/urgenza. E dopo aver fatto l’analisi proviamo a confrontarla con quella di altri capoluoghi di provincia? Mettiamo in luce le prospettive dell’Infantile? E’ davvero in atto una riorganizzazione della rete pediatrica ospedaliera piemontese? Quale sarà il ruolo del Cesare Arrigo? In questo contesto si può sapere cosa è capitato al servizio di neuropsichiatria infantile? L’assessore regionale ha dichiarato che è in corso la trasformazione dell’Azienda ospedaliera di Alessandria in Azienda Ospedaliera Universitaria. Non ho particolari contrarietà se non che sarebbe giusto, necessario, se non obbligatorio, discuterne in Alessandria con le istituzioni locali, non a Torino o a Novara”.
In conclusione, Ravetti chiede ancora di “discutere di servizi sociosanitari territoriali: a che punto siamo con le sostituzioni dei medici di base? Quanti ne mancano? Dove mancano? E’ in crisi il sistema delle Case di riposo pubbliche? Serve rivedere le politiche domiciliari per le persone non autosufficienti? Dobbiamo rivendicare per il nostro territorio più risorse per gli anziani? Le risorse destinate a Torino sono proporzionalmente le stesse riservate ad Alessandria? Possiamo parlare anche di analisi epidemiologiche adeguate e sostenute finanziariamente da fondi pubblici rilevanti? Cioè, di cosa ci si ammala ad Alessandria? Esistono patologie più diffuse che altrove? Quali e perché? Infine, possiamo parlare di prevenzione, di educazione agli stili di vita corretti? Cosa si fa, quanto si investe per non ammalarsi? Dopo aver svolto e approfondito queste analisi e dopo aver risposto a queste domande sarebbe necessario un Consiglio comunale aperto sulle politiche per la salute in questa città”.