L’eredità di Don Giorgio Guala: cultura dei diritti ed etica della responsabilità
Oggi alle 15 il funerale ad Alessandria nella parrocchia di San Paolo
In un’intervista del 1993 Piergiacomo Guala, parlando di logica d’impresa, sottolineava la differenza tra chi persegue il massimo profitto e chi ricerca invece il massimo sviluppo. E aggiungeva che la famiglia non fosse estranea a quel concetto per lui fondamentale: “Se nella famiglia ci sono valori, questi si trasferiscono nell’impresa; se non ci sono valori, o ci sono dei controvalori, l’impresa assume una connotazione del tutto diversa”.
Credo che Giorgio Guala si riconoscesse perfettamente in questa definizione di “capitalismo famigliare” basato sulla responsabilità sociale dell’impresa, sull’idea cioè di azienda concepita non come ente benefattore, ma componente attiva ed eticamente responsabile del sistema sociale. Roberto e Piergiacomo Guala, da imprenditori, e Giorgio, loro fratello, da sacerdote, hanno condiviso l’idea che la cultura sia una leva strategica che merita investimenti, per arrivare allo scopo di coniugare insieme sviluppo economico e sviluppo civile.
In nome di una conoscenza e di un’amicizia che risaliva ai primi anni Settanta, ho intervistato Giorgio Guala nel 2012 per il volume sulla storia imprenditoriale del gruppo, un libro a cui ho lavorato con Dario Fornaro e Giancarlo Subbrero. In quella circostanza Giorgio mi ricordò che, pur essendo rimasto per scelta sempre a distanza dalla diretta attività d’impresa, aveva sperimentato proprio nell’unico caso in cui si era lasciato coinvolgere (la creazione di uno stabilimento del gruppo a Termoli e la conseguente necessità di formarne i dipendenti) la bellezza e la responsabilità di formare giovani coscienze, fornendo loro gli strumenti per entrare nel mondo del lavoro come in quello dell’impegno sociale e politico. Da lì erano nati l’interesse per la formazione professionale, con la direzione dell’Enaip per lunghi e fruttuosi anni, e poi il Centro di Orientamento Scolastico e Professionale, il Centro di Cultura delle Materie Plastiche in collaborazione con il Politecnico di Torino (primo embrione del Consorzio Proplast), e soprattutto – a partire dal 1995 – l’idea dell’Associazione Cultura e Sviluppo con le sue articolazioni dei “giovedì culturali”, del “progetto giovani” e dei “quaderni” di approfondimento.
In anni ancora precedenti, dal 1957 al 1960, Giorgio aveva frequentato l’Università Cattolica a Milano, conoscendo studenti come Romano Prodi, Roberto Ruffilli, Tiziano Treu. Poi, da vocazione adulta, aveva conosciuto gli amici della Comunità San Paolo, stabilendo in particolare con don Maurilio Guasco una corrente di pensiero comune, legata alle esperienze del cattolicesimo sociale del vescovo di Ivrea mons. Luigi Bettazzi, oltre che di Ernesto Balducci e don Enzo Mazzi, fondatori della Comunità dell’Isolotto a Firenze. Non si passa vicino a personalità di quel genere senza rimanerne profondamente toccati: e Giorgio aveva aperto con tutti loro un filo di dialogo che non ha mai voluto tenere per sé, ma condividere con i giovani che lavoravano con lui.
Uno di loro in questi giorni ha voluto ricordare, riconoscendo quanto grande sia il debito di riconoscenza che lo lega a Giorgio, “il suo spirito di finezza, la compostezza, il rigore, il desiderio di lavorare per un mondo più inclusivo e meritocratico, dove ciascuno potesse giocarsi le sue opportunità a prescindere dal proprio punto di partenza”.
In nome di questi valori Giorgio Guala ha seminato per tutta la vita: i “suoi” giovani, che lo riconoscono come guida illuminata, sono già la sua eredità più grande.
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Il funerale di don Giorgio Guala sarà celebrato oggi, sabato 10 dicembre 2022, alle ore 15 nella parrocchia di San Paolo in via De Gasperi, quartiere Europa di Alessandria.