Il barometro di Niels Bohr
Copenaghen, facoltà di fisica, inizio Novecento. Uno studente si reca in aula per dare l’esame e il docente gli fa questa domanda: “Lei ha un barometro e un filo. Mi calcoli l’altezza del palazzo qui di fronte”. Io, che di fisica non so nulla, avrei fatto scena muta, ma quel ragazzo, dopo un anno di studi, avrebbe dovuto sapere che il barometro misura la pressione e, grazie a questo, fornire una stima al professore. Invece tace e ovviamente viene bocciato.
Senza perdersi d’animo, continua a frequentare i corsi e, alla successiva sessione d’esame, si ripresenta: sfortuna vuole che il docente sia sempre lo stesso. Riconosciutolo, il professore gli fa la stessa domanda, ma anche in questo caso ottiene un mesto silenzio . “Almeno per curiosità, lei avrebbe dovuto cercare la risposta” è l’accusa. A quel punto però il ragazzo si scuote dal suo torpore e reagisce: “Non è che io non sappia la risposta, ne so talmente tante che ciò che non so è quella che lei vuole sentirsi dire”.
“Potrei”, prosegue lo studente, “calcolare l’altezza come gli antichi egizi facevano con le piramidi ovvero mettendo a terra il barometro e usando l’ombra per misurare cateti e ipotenuse. Oppure potrei recarmi in cima al palazzo, legare il filo al barometro e con ondulazioni progressive stimarne l’altezza. Potrei persino regalare il barometro al portinaio in cambio dell’informazione che mi chiede”. A quel punto il ragazzo viene promosso: del resto si tratta di Niels Bohr, uno dei più grandi fisici dello scorso secolo. Per noi la tecnologia è come il barometro: dobbiamo conoscerla, ma soprattutto piegarla ai nostri bisogni.
Tutti possiamo usare con profitto la Rete, per esempio io non potrei fare a meno di:
- condividere Google Calendar con i miei colleghi per gestire riunioni e spazi condivisi;
- etichettare contatti e chat su Whatsapp, nella sua versione Business;
- programmare l’invio delle mail per pensarci un po’ su;
- accorciare i link con bit.ly;
- ascoltare i vocali accelerati;
- fare liste con Google Keep;
- predisporre messaggi automatici e salvati su Messenger;
- dettare gli articoli che scrivo con Dragon Dictation;
- organizzare i profili che seguo su Twitter in liste.