Cronologia storica di Valenza. Parte quinta
Prosegue il ciclo di approfondimenti del professor Maggiora
Nuova 'puntata' del ciclo di approfondimenti del professor Maggiora
Cronologia storica di Valenza. Parte quinta
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VALENZA – 1941. Anche a Valenza il conflitto mondiale porta tanta sofferenza: la povertà, l’oscuramento, la cartolina rosa, i bombardamenti, gli annunci dei primi caduti, Peppino l’aviatore notturno, le tessere dei pochi generi alimentari, i sacrifici, le privazioni, gli sfollati, il pane nero, la posta censurata, la borsa nera, le macellazioni clandestine, la confisca del bestiame, il sale irreperibile, il tabacco in foglie, le auto a carbonella e i renitenti alla leva. I commissari prefettizi, che cercano di coniugare autocrazia e populismo a braccio teso, sono Massimino D’Alessio, nel 1940 e nel 1944, e Carlo Illario, dal 1941 al 1943. In Comune ci sono 65 dipendenti, di cui 18 operai.
1943. Nel mese di febbraio, a Valenza, viene costituita la prima sezione clandestina provinciale della Democrazia Cristiana. Il 25 luglio si tiene la prima riunione per la formazione del CLN cittadino. L’8 settembre viene fondata la sezione locale del Partito Comunista Italiano. A fine settembre è istituito il CLN locale. Sorge l’Istituto Tecnico Commerciale, come sede staccata dell’istituto alessandrino “Da Vinci”.
1944. Il 12 settembre questa città è teatro di una delle azioni nazifasciste più atroci: 27 partigiani della Banda Lenti, catturati nei pressi di Grazzano Monferrato, poi Badoglio, vengono uccisi dietro il cimitero della città. Il 15 giugno, in Toscana, è stato fucilato il giovane partigiano valenzano Giuseppe Oddone (1925-1944) e il 20 gennaio, in un rastrellamento fascista presso il bar Achille, è stato ucciso Sandro Pino (1924-1944). A capo del Comune, senza consenso e ormai privi di retorica, si succedono i commissari straordinari Edoardo Pantano, Alfredo Berardinelli e Carlo Vaccari.
1945. Il 25 aprile in Italia la calamità finisce e nel mondo le bombe atomiche di Hiroshima e Nagasaki, sganciate il 6 e il 9 agosto, concludono la guerra con una ecatombe. La città insorge, ma, nei pressi del fiume Po, le brigate nere in fuga fucilano tre partigiani valenzani: Mario Nebbia (1926-1945), Carlo Tortrino (1900-1945) e Giovanni Valeriani (1920-1945). Il 29 aprile è annunciata la resa, arrivano gli angloamericani e il 30 aprile tutta Valenza è in piazza del Duomo davanti al balcone del Comune a festeggiare. Il socialista Guido Marchese (1906-1988) è scelto come sindaco. Il 20 giugno nasce l’Associazione Orafa Valenzana, un’organizzazione imprenditoriale composta inizialmente da circa 150 ditte. Nel mese di maggio nasce la Camera del Lavoro valenzana sotto l’egida del CLN; guidata da Oscar Angeleri, raggruppa presto circa 1.500 iscritti. Viene creato il Circolo Culturale Rinascita. A Valenza ci sono quasi 600 analfabeti e 2.200 alfabeti privi di titolo di studio, meno di un migliaio possiede la licenza di scuola media, poco più di 300 hanno un diploma superiore e i laureati sono pochissimi. Al 31 dicembre gli abitanti sono 12.460, i nati nell’anno sono 192 e i morti 184.
VALENZANI CADUTI E DISPERSI NELLA SECONDA GUERRA MONDIALE
1946. Nasce la Repubblica Italiana, votazione a cui prendono parte, finalmente, anche le donne. Alle elezioni comunali del 31 marzo, i suffragi vanno in netta prevalenza ai partiti socialcomunisti, che ottengono il 73% – 24 seggi a PCI-PSIUP e 6 seggi a DC più indipendenti. Gli stessi socialcomunisti ottengono il 72% alle votazioni per la costituente del 2 giugno, in cui viene eletto il socialista valenzano Paolo De Michelis. Al referendum istituzionale vota per la repubblica l’80% dei valenzani. Nel santuario “Madonna della Pietà”, il 14 luglio, si svolge la prima giornata lourdiana diocesana e, nel mese di settembre, il Congresso Mariano Diocesano. Le circa 300 aziende orafe presenti occupano quasi 2mila persone e molti lavoratori a domicilio, i laboratori e le fabbriche di calzature superano il centinaio di unità e occupano alcune migliaia di lavoratori provenienti da tutta la zona. Nell’anno sono 111 i matrimoni di valenzani celebrati in città e 38 fuori, quelli civili sono solo 4.
1947. Il giovane vice-parroco del duomo di Valenza don Pietro Battegazzore apre la casa vacanze “La baracca”, destinata ai giovani valenzani, a Perreres di Cervinia. A gennaio le 244 ditte iscritte all’Associazione Orafa eleggono il nuovo consiglio e riconfermano Dante Fontani (1905-1997) alla presidenza. In parrocchia viene creata la sezione ACLI. La forza degli iscritti al PCI è consistente: sono quasi un migliaio tra i cittadini residenti, di cui 700 operai.
1948. Nelle arroventate elezioni politiche dell’aprile del 1948, il Fronte Popolare (PCI-PSI) ottiene il 59% e la DC il 30%. Nel mese di dicembre si forma il gruppo lavoratori cattolici, che fa capo alla Libera Confederazione Generale Italiana dei Lavoratori (LCGIL, poi CISL). I commessi viaggiatori orafi sono circa un centinaio. Luigi Illario e Dionigi Pessina vengono chiamati a far parte del Consiglio Nazionale Orafi.
1949. Ogni casa possiede almeno un laboratorio di oreficeria. Le aziende orafe superano le 300 unità e le aziende calzaturiere sono circa un centinaio. La popolazione attiva è circa la metà di quella presente: più del 15% dei residenti è occupato nel settore agricolo e meno del 10% in quello nel commercio. Al 31 dicembre gli abitanti sono 13.065.
1950. Il 1° dicembre nasce ufficialmente l’Istituto Professionale di Oreficeria Benvenuto Cellini. Aldo Emanuelli (1915-1959) occupa la carica di segretario della CdL locale dal 1949 e ora anche quella di segretario provinciale abbigliamento CGIL. Nell’anno la popolazione si muove: ci sono 562 immigrati e 195 emigrati. In città i cinema sono tre: il Teatro Sociale, che fa anche spettacoli teatrali, il Politeama Gervaso, che d’estate si trasferisce all’aperto, e l’Italia cinema dell’Oratorio. I caffè-bar sono circa una decina: Mazzini, Garibaldi, Achille, Sport, Roma, Moro, Verdi, Teatro, Torti e Politeama. Ci sono ancora gli alberghi e i ristoranti: Croce di Malta, Italia, Roma, Stazione, Stella Polare, Verdi e Fonte di Monte. La tintarella estiva si prende sul greto del Po (giarò). Nasce la sezione del partito socialdemocratico – prima PSU, poi PS-SIIS e infine, nel 1952, PSDI. In città ci sono 5 avvocati, 6 levatrici e 7 medici chirurghi. Nell’agosto la comunità cattolica locale soffre la scomparsa tragica del suo assistente spirituale Don Pietro Battegazzorre (1919-1950). Il religioso, di soli 30 anni, cade colpito da un fulmine mentre sta facendo un’escursione montana con i suoi ragazzi nei pressi di Cervinia.
1951. Alle elezioni comunali il PCI e il PSI ottengono 20 consiglieri su 30. Il nuovo sindaco è Giovanni Dogliotti (1911-1986). I gradi di istruzione possono essere ripartiti in questo modo: il 69% (9.423 abitanti) è in possesso della licenza elementare, il 7,6% (1.046 abitanti) della licenza di scuola media inferiore, il 3% (419 abitanti) del diploma superiore e lo 0,5% (71 abitanti) della laurea. Gli analfabeti sono 325 e gli alfabeti privi di titolo di studio 1.522. In Italia più del 10% della popolazione non sa né leggere né scrivere. Le aziende orafe censite sono 335 con 1.972 addetti. Il censimento registra 13.650 residenti. Nella frazione Villabella ci sono 368 abitanti. L’agricoltura ha 1.231 addetti. Viene ristrutturato l’Ospedale degli Incurabili, che diventa una casa di riposo. Le abitazioni di proprietà sono 1.218. Nasce la Polisportiva Libertas Valenza e la Valenzana, nella stagione 1951-1952, si qualifica per il campionato di IV Serie Nazionale 1952-1953.
1953. Nelle elezioni politiche del 7 giugno alla Camera, il PCI, con posizioni sempre più radicali, raggiunge il 41%; la DC, con un populismo clericale confuso e ostentato, il 27%; il PSI il 12% e il PSDI l’11%. È aperta la Colonia comunale di Premeno. Nasce l’Anpi Sport Valenza, società sportiva indirizzata al ciclismo. Luigi Illario (1898-1981) è nominato presidente della CCIA di Alessandria. È sempre più consistente e incessante l’immigrazione (Polesine, Veneto e meridione).
1954. Con un centinaio di posti, una decina di suore e circa 40 infermieri, l’ospedale cittadino si trasferisce da via Pellizzari a viale Santuario. Parte il nuovo piano regolatore. Nella sede DC in via cavallotti nasce il Jazz Club Valenza.
1956. Nelle comunali del 27 maggio è riconfermata la guida del Comune al gruppo socialcomunista (PCI 35%, PSI 22%). Luciano Lenti (1924-2007) è scelto come sindaco della città. Gli abitanti del Comune sono 16.187.
1957. Con la sua molteplice influenza, Luigi Illario è eletto presidente dell’AOV. Nel maggio del 1957 è posata la prima pietra della Casa del Popolo, poi denominata Circolo Culturale Ricreativo Valentia o solamente Valentia. Nasce la sezione Avis di Valenza. Alla Fiera Mondiale di New York partecipano 37 ditte valenzane. Nel mese marzo viene inaugurato il laboratorio Gemmologico di Stato. Nasce il Moto Club G. Corsico.
1958. Nelle elezioni politiche del 25 maggio per la Camera, il PCI ottiene il 38%, la DC il 28% e il PSI il 19%. Il valenzano Giorgio Masteghin (1940-2019) conquista il titolo italiano dei pesi massimi. Si uniscono le due maggiori società sportive locali, la Valenzana e la Fulvius. Il 25 luglio viene aperto il dancing Valentia. L’I.T.C. per ragionieri diventa autonomo e assume la denominazione “C. Noè”. A dicembre viene stampata la prima edizione della rivista dell’AOV L’Orafo Valenzano.
1959. Il 15 luglio il Presidente della Repubblica Gronchi inaugura la Mostra permanente orafa. Tullio Minguzzi (1920-1991) diventa segretario della CdL locale. Il 26 aprile, nello spareggio vincente a Torino, la Valenzana Fulvius si aggiudica il titolo di campione piemontese e il diritto a disputare il campionato di basket di serie B nella stagione 1959-1960. Nell’AOV viene realizzata l’Export orafi.
1960. Alle elezioni comunali del 6 novembre c’è la riaffermazione socialcomunista, con 17 consiglieri su 30, e la riconferma del votatissimo sindaco Luciano Lenti. Il Partito Comunista ha 1.200 iscritti, di cui 550 operai e 300 artigiani, il Partito Socialista 130 e la Democrazia Cristiana 400.
1961. Il censimento registra 575 aziende orafe con 4.068 addetti, 139 di calzature, cuoio e pelli con 2.306 addetti e altre 213 aziende varie con 1.005 addetti. Le abitazioni sono 6.298. Le licenze per il commercio sono 453, così suddivise: 237 per gli alimentaristi, 87 per l’abbigliamento, 55 per meccanici e affini, 74 per articoli vari. I tradizionali esercizi commerciali, cioè i negozi, sono circa 350. Nasce l’Associazione Calzaturifici Valenzani. Viene pubblicato il periodico locale del PCI, Il Valentia. Il rettore don Molina dà inizio ai lavori di ingrandimento del santuario N.S. della Pietà (Madonnina). La Sport Club Fulvius Libertas Valenza vince il campionato nazionale di serie B basket 1960-1961, nel girone A ligure-piemontese, e dal 5 novembre disputa la serie A del campionato 1961-62.
1962. Viene aperta la Biblioteca Civica, inaugurata la Mostra permanente della calzatura e la nuova sede INAM. Le varie scuole in città sono distribuite in questo modo: elementare in viale Oliva, media in via Vittorio Veneto, l’Istituto d’oreficeria in viale Cellini, l’Istituto Tecnico Ragionieri in via Cavallotti. Gli iscritti alla CGIL sono 2.269, di cui 1.173 calzaturieri, 355 orafi e 148 edili. All’Ospedale sono impiegati 35 dipendenti, in Comune 92.
1963. Nelle elezioni politiche del 28 aprile alla Camera, il PCI ottiene il 44%, la DC il 26%,il PSI il 13% e il PSDI l’8%. Il sindaco comunista Luciano Lenti è eletto alla Camera con 16.080 preferenze. Alla fine del 1963, il PCI locale ha 1.300 tesserati, di cui 574 operai (nei quali ci sono 212 orafi, 220 calzaturieri e molti edili), quasi 400 del ceto medio (di cui 307 artigiani orafi e 31 calzaturieri), 52 commercianti, 18 contadini, 21 impiegati e 278 altri (158 pensionati e 120 casalinghe). La media dell’età degli iscritti valenzani è di 45 anni. Gli iscritti alla federazione giovanile comunista locale (FGCI) sono 170, di cui pochi studenti, pur avendo il partito una certa egemonia culturale. La DC locale ha quasi 600 iscritti e stampa il nuovo periodico Il Popolo di Valenza. Alla fine dell’anno, anche a Valenza viene costituito il PSIUP. È inaugurato l’Hotel Smeraldo.
1964. A novembre, la votazione per il rinnovo del consiglio comunale, che poi dovrà nominare il sindaco (l’elezione diretta ci sarà solo dal 1993), finisce alla pari, quindi senza vincitori. Pochi prevedono l’inizio del periodo politico tanto convulso che sarà ricordato come uno dei più ricchi di contraccolpi nella storia di Valenza: si dovrà votare per ben tre volte in due anni per avere una salda giunta comunale in grado di amministrare la città. Al 31 dicembre, a Valenza i disoccupati iscritti al collocamento sono 215. Il reddito procapite è stimato in 800 mila lire. Si tocca la punta più alta di matrimoni di tutti i tempi: 255.
1965. A febbraio, dopo cinque sedute del nuovo consiglio comunale e dato il contrasto insanabile, il Prefetto provvede a sospenderlo e nomina un commissario per la provvisoria gestione del Comune nella persona del Viceprefetto Antonino Nielfi. Il grande match elettorale del 28 novembre finisce di nuovo alla pari, replicando il copione del 1964: 15 seggi ai partiti di governo nazionale e 15 all’estrema sinistra. La situazione degli edifici scolastici è la seguente: asili nido per 40 bambini, scuole dell’infanzia per 220, scuole elementari e medie per 2.000 alunni e scuole superiori per 700 studenti. Il verde attrezzato è di 102.000 mq, pari a 4,8 mq per abitante, e il totale degli impianti sportivi è di 12.000 mq, pari a 0,6 mq per abitante.
1966. Nella seduta del 19 febbraio viene eletta una giunta, chiamata anche tecnico-amministrativa, composta da tutti i partiti e dal sindaco indipendente del PCI Virginio Piacentini (1912-2000), nel tentativo di garantire un equilibrio improbabile. Nelle elezioni comunali di novembre ci sono grosse novità tra le liste dei partiti: scompaiono il PSI e il PSDI, unificati nel nuovo PSU, e il PCI e il PSIUP formano una lista comune. Ancora una volta le elezioni si dimostrano inutili: non vince nessuno. Nel mese di luglio, il santuario di N.S. della Pietà (Madonnina) viene elevato a parrocchia.
1967. Don Luigi Frascarolo (1921-1993) succede a monsignor Giovanni Grassi, parroco dal 1926, alla guida della parrocchia del Duomo. Iniziano a funzionare la scuola dell’infanzia e l’asilo nido di via Camurati e viene istituita la parrocchia del Sacro Cuore. Il 3 ottobre, i carabinieri sorprendono e arrestano i due fuggiaschi Notarnicola e Cavallero a Villabella.
1968. Nelle elezioni politiche del 19 maggio alla Camera, il PCI ottiene il 44%, la DC il 29% e il PSU il 15%. Luciano Lenti è riconfermato alla Camera e il socialdemocratico Luigi Buzio (1915-1996) è eletto al Senato. Nell’anno scolastico 1968-69 gli allievi totali dell’IPO, diurni e serali, sono 208; i diplomati del corso triennale 47 e i diplomati del corso di perfezionamento 15. È l’anno di massimo sviluppo delle licenze concesse a cooperative, Gescal e privati convenzionati per 280 alloggi e per 700 a iniziativa privata. A Valenza risultano occupati 1.700 apprendisti.
1969. A dicembre viene formata una nuova giunta, composta da PCI, PSI e PSIUP. Viene istituito il liceo scientifico e creato il primo nucleo di scuola d’addestramento professionale INAPLI. I nati nell’anno sono 360, una sorta di paradiso perduto della natalità.
1970. Alle prime elezioni regionali del 7 giugno, il PCI ottiene il 43%, la DC il 28%, il PSI il 7% e il PSU il 6%.Viene stipulato il primo contratto nazionale per artigiani orafi. L’oreficeria sta andando in crisi e il settore calzaturiero è quasi in coma irreversibile. L’ECA assiste più di 500 persone. Nasce il Circolo Amici della Musica. Vittorio Ricotti è nominato presidente del Consiglio dell’ospedale. Il 12 ottobre il Consiglio di amministrazione richiede di trasformare l’IPO in un istituto d’arte dall’anno scolastico 1971-1972. Le aziende agricole sono 610, di cui 572 a conduzione diretta.
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