"I Pfas alterano i meccanismi che regolano la capacità fecondante"
L'allarme su quel tipo di inquinamento arriva dallo studio coordinato dal professor Carlo Foresta
I dati Asl rivelano un inquinamento costante lungo l’asse dello Scrivia. Pietra Marazzi: spunta il cC6O4
Pfas, qual è la salute dei pozzi di acqua potabile dell’Alessandrino? Se a monte dell’area interessata dall’inquinamento industriale, per intenderci dove pesca l’acquedotto che fornisce l’acqua ad Alessandria e Spinetta, la situazione è buona, non si può dire altrettanto a valle dove i risultati dei campionamenti ordinati da Asl ed eseguiti da Arpa evidenziano un inquinamento costante lungo l’asse del torrente Scrivia. Ma anche in prossimità del Tanaro.
Secondo i risultati dei campionamenti 2020-2022, ad Alzano, Castelnuovo Scrivia, Isola Sant’Antonio, Guazzora, Molino dei Torti, Piovera, Tortona, Villarvernia si evidenzia un inquinamento abbastanza costante di Pfoa (che ricordiamo essere una sostanza bandita dal 2013 perché nociva per la salute), con valori che variano attorno al limite di Legge.
"I Pfas alterano i meccanismi che regolano la capacità fecondante"
L'allarme su quel tipo di inquinamento arriva dallo studio coordinato dal professor Carlo Foresta
A Pietra Marazzi, in località Sant’Anna – Pavone, spunta il cC6O4 (brevettato da Solvay) in due occasioni: a luglio 2020 e a maggio 2022, con valori bassi. C’è presenza di Pfoa sia nei pozzi che in distribuzione, ma con valori inferiori rispetto al tortonese.
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A Montecastello, riferito al pozzo Isorella (chiuso precauzionalmente nel 2020 dopo che l’Arpa aveva rilevato la presenza di cC6O4) c’è presenza abbastanza costante di Pfoa, ma anche di cC6O4 e di Adv. In distribuzione, c’è presenza sporadica di Pfoa (con valori molto più bassi dell’Isorella). Anche se si tratta di fenomeni diversi, separati, mostrano come ci sia un inquinamento diffuso lungo l’asse dello Scrivia. Ma anche – appunto – in prossimità del Tanaro.
I DATI DELL’ASL COMUNE PER COMUNE
Perché sono presenti alcune tipologie di Pfas nell’acqua? Da dove arrivano? I sindaci ne sono a conoscenza? Si cerca di capire la natura di questa contaminazione? Inoltre: se ne ingeriamo un po’ tutti i giorni e per tanto tempo, visto che sono sostanze chimiche che si accumulano nell’organismo, cosa può succedere?
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L’Asl Al, nell’inviarci i dati che abbiamo richiesto a lungo, e che pubblichiamo integralmente qui di seguito, spiega come gli esiti analitici – nella maggioranza dei casi – siano inferiori ai limiti di rilevazione permessi dalle metodiche analitiche utilizzate. ”Dove i valori superano i limiti di rilevazione, risultano comunque in tutti i campionamenti inferiori ai valori soglia indicati dall’Istituto Superiore di Sanità”.
“In un unico caso (cfr Castelnuovo Scrivia in data 6 luglio 2020, pozzo di via De Gasperi) corrispondente al primo campionamento della serie, le analisi hanno indicato i seguenti valori: Pfba: 0,45 µg/l; Pfoa: 0,11 µg/l; PFPeA: 0,11 µg/l: il cui totale, pari a 0,67 µg/l supera nominalmente il valore soglia di 0,50 µg/l. Nella valutazione del dato, operata dalla Sc Sian (Servizio Igiene Alimenti e Nutrizione) si è tenuto conto del fatto che Arpa – continua Asl – nei cui laboratori le analisi sono effettuate, non indica il parametro “incertezza“; che il dato è stato rilevato al primo campionamento ma non in occasione dei successivi in occasione dei quali il parametro con valore maggiore – Pfba – si è mantenuto a concentrazioni di poco superiori al cut-off o inferiore a questo; in conseguenza dei due precedenti punti la valutazione del singolo dato è stata considerata non indicativa e da riconsiderare in attesa delle successive rilevazioni che hanno riportato ad un giudizio di conformità in relazione alla potabilità e ad un’assenza di rischio per la tutela della salute pubblica”.