Straordinario Poggio: vicecampione d'Europa
L'alessandrino, ex Swimming e Derthona, alle spalle di Martinenghi nei 100 rana
Dopo 37 anni la società non ha più a disposizione l'impianto natatorio alla Scuola di Polizia. Fracchia: "Fallimento sociale"
ALESSANDRIA – Dopo 36 anni, tantissimi atleti che hanno raggiunto la nazionale (Federico Poggio, vicecampione europeo pochi giorni fa a Roma, ha iniziato a nuotare nella società della sua città), lo Swimming Club Alessandria resta senza piscina e il futuro è a forte rischio. Perché l’impianto natatorio all’interno della Scuola di Polizia non è più a disposizione del sodalizio guidato da Davide Fracchia, che fa parte anche dello staff tecnico.
Straordinario Poggio: vicecampione d'Europa
L'alessandrino, ex Swimming e Derthona, alle spalle di Martinenghi nei 100 rana
Una grave perdita per una realtà che ha cresciuto campioni anche nel salvamento, a livello nazionale ed internazionale, e che ha avvicinato alla sport migliaia di bambini, impegnata a portare, anche in acqua, un messaggio educativo. Tutto questo, da adesso, non sarà più possibile: sparirà una Scuola nuoto federale in provincia, “il territorio sarà privato di un centro dove si faceva sport – sottolinea Fracchia – Questo è, prima di tutto un fallimento sociale, perché si toglie la possibilità della pratica a oltre quattrocento persone e molte altre in futuro, ad un prezzo, perché la struttura era ‘parapubblica‘, inferiore a quello praticato in generale. Mancherà questa proposta per le famiglie che hanno figli e figlie appassionate di nuoto”.
A luglio era stata pubblicata una manifestazione di interesse per la gestione della piscina all’interno della ‘Cardile’, annunciando un bando per l’assegnazione. “Lo Swimming ha partecipato alla manifestazione di interesse, ma del bando non c’è ancora traccia e avrebbe dovuto decidere l’assegnazione dal 1° settembre 2022 al 31 agosto 2023. Anche se fosse pubblicato domani, i tempi tecnici di una gara, tra domande ed eventuali ricorsi, sono 90 giorni. A essere ottimisti, ed è difficile in un momento di scoramento come quello che stiamo vivendo, il nome di chi vincerà si conoscerà nel nuovo anno, buttando via un patrimonio tecnico, agonistico, umano e sociale“. I numeri, relativi all’ultima stagione ancora con gli strascichi della pandemia, dicono che una piscina, non utilizzata e dunque senza la manutenzione quotidiana, sarà negata ai 100 agonisti, agli oltre 200 bambini dei corsi e ai 100 che praticavano nuoto libero. “Il Ministero degli Interni, lo ribadiamo, sta portando avanti una procedura ad evidenza pubblica, ma i tempi sono dilatati e dal 1° settembre noi siamo fuori dalla nostra casa”.
Lo Swimming ha scritto al presidente della Federnuoto Barelli, per segnalare il caso, senza avere però ad oggi risposte, e del problema è a conoscenza anche l’amministrazione comunale. “Fino all’ultimo ci siamo battuti per garantire almeno la preparazione agonistica. Senza esito. Swimming continuerà a rivendicare i suoi diritti, in attesa del bando, con la speranza che i nostri atleti possano trovare soluzioni per allenarsi in una città che non dispone di un impianto natatorio pubblico“.